A Venezia si nasce ancora, si miei cari, tra le onde della marea di ieri sera, i primi vagiti di tanti cuccioli d’uomo si facevano sentire nel non lontano ospedale di San Giovanni e Paolo. Mentre tutti in famiglia facevamo fronte alla grande tempesta di vento, acqua e mare che violentemente si era scagliata su Venezia e la nostra dimora, tra le prime come un guerriero di punta nella laguna Nord a tagliare il vento che viene dal nord, ho avuto l’impressione che la casa si fosse trasformata in una nave che solcava i mari del nord. Intorno a noi devastazione, distruzione, vaporetti, barche e gondole affondate e strozzate alle paline, altre totalmente fuori controllo sopra le fondamenta a pochi centimetri dai ponti e dai palazzi. I canali morbidi e silenziosi di Venezia trasformati in fiumi in piena. Gli esercenti, le scuole, ogni attività al piano terra devastata ed in ginocchio. Gli squeri divelti dalla laguna trasformatasi in mare aperto.
Non è stato facile il risveglio questa mattina, stremati dalla paura e dalla stanchezza, ma soprattutto afflitti dalla rabbia perché ancora oggi dopo anni di parole e investimenti incredibili fatti, il rispetto della laguna che deve necessariamente passare dalla conoscenza dei suoi flussi e dei suoi equilibri non è stato ancora affrontato con la dovuta serietà e concretezza. [Chiara Modica Donà Dalle Rose]
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