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L’evoluzione dello scenario terapeutico per il controllo del virus HIV ha avuto negli anni una accelerazione straordinaria tant’è che nella maggior parte dei pazienti oggi è possibile tenere sotto controllo la replicazione virale.
Il paradigma di cura fino anche ad un recentissimo passato era costituito dalla cosiddetta triplice terapia che ha di fatto reso oggi l’HIV una patologia cronica controllata nel tempo.
Ma recentemente un ulteriore scatto in avanti è stato fatto con la messa a punto di un regime a due soli farmaci, dolutegravir e lamivudina, che somministrato fin dall’inizio del percorso terapeutico in un’unica compressa al giorno garantisce la stessa efficacia della triplice come dimostrato dagli studi GEMINI 1 e 2, con il vantaggio di ridurre il carico farmacologico dei trattamenti antivirali e quindi preservando dagli effetti collaterali di una terapia a tre farmaci. Ne abbiamo parlato con Andrea Antinori, Direttore dell'U.O.C. Immunodeficienze Virali - INMI "Lazzaro Spallanzani" I.R.C.C.S. – Roma, Carlo Federico Perno, Professore Ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica Università degli studi di Milano e Direttore Microbiologia Ospedale Niguarda e Filippo von Schloesser, Presidente Associazione Nadir con cui abbiamo parlato fra l'altro di:
Quale è ad oggi lo scenario della terapia antiretrovirale e come cambia con il regime a due farmaci
Obiettivi: mantenere alto il controllo virologico e ridurre impatto dell’esposizione ai farmaci - risultati studi GEMINI
i nuovi farmaci vengono definiti potenti, ad alta barriera genetica cosa vuol dire e come agiscono?
Per quali pazienti (ad esordio, switch?) come si decide e come si studia il profilo genetico
Malattia cronica si traduce in due priorità importanti, aderenza terapeutica e qualità di vita, farmaci con minori effetti collaterali e diciamo così friendly quanto aiuteranno in tal senso?
Quale è il valore delle nuove terapie per i pazienti?
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