Rho (askanews) - Unire imprese e cultura, in uno spazio concepito per la condivisione e il dialogo. A quasi un mese dall'inizio delle iniziative di Intesa Sanpaolo all'interno di Expo, il direttore delle Relazioni esterne della banca Vittorio Meloni sintetizza così un primo bilancio di quanto andato in scena nel padiglione The Waterstone. "E' stato un mese importante - ci ha detto - abbiamo sperimentato questo format, abbiamo coinvolto più di venti imprese nel primo mese, peraltro parziale perché abbiamo cominciato l'11 di maggio e ovviamente questo numero crescerà nel tempo, perché abbiamo in calendario più di 400 imprese che incontreremo nel corso dei prossimi mesi".
Oltre alle presentazioni di storie d'impresa, come quella della tenuta vinicola umbra Rocca di Fabbri o dell'innovativo birrificio cuneese Baladin, nel padiglione di Intesa Sanpaolo, firmato dall'architetto Michele De Lucchi, si dà ampio spazio alla cultura, nel senso più vasto del termine. "Secondo me la scelta giusta - ha aggiunto Meloni - è quella di parlare dell'identità italiana, che è fatta di musica, di teatro, di cultura e di arte e immagino anche che questo sarà il filone sul quale avremo la più importante frequentazione di visitatori dell'Expo".
In questo ambito è impossibile non soffermarsi sulla presenza, dentro The Waterstone, del dipinto "Le officine a Porta Romana" di Umberto Boccioni, normalmente conservato nelle Gallerie d'Italia in piazza Scala. "E' un po' il marchio di fabbrica di questo nostro spazio - ha concluso Meloni - è l'ingresso storico in una Milano che diventava, all'epoca di Boccioni, la capitale dell'industria italiana e quindi è un modo per raccontare che cosa si può fare qua dentro, quale nuovo destino può aspettare il Paese dopo l'avventura di Expo".
Un destino che si prova a forgiare ogni giorno tra i padiglioni dell'Esposizione universale, sempre più laboratorio di confronto, crescita e, soprattutto, futuro.
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