Ozzano dell'Emilia per quasi mezza giornata è diventata qualcosa di diverso, qualcosa di vivo e importante, qualcosa che varrà la pena ricordare anche in futuro.
La Notte Bianca esiste da un po', è chiaro, ma quest'anno la vera differenza l'ha fatta proprio la parte artistica. Un festival, ecco che cosa ci voleva, che riuscisse ad accomunare band di bravi musicisti che fossero in grado di elevare la qualità della musica indipendentemente dal genere o dalle scelte dei propri contenuti sonori. E senza rivalità alcuna.
Ma chi si poteva occupare di questa scelta ragionata, chi avrebbe preso le decisioni, le responsabilità e la posizione per mettere in atto una simile kermesse? Ci volevano dei nomi referenziati, e quei nomi sono arrivati. Uno su tutti, Alberto Linari. Non uno qualunque, quindi, ma un artista vero, consolidato, responsabile quanto abile a inquadrare e gestire i nomi deputati per l'evento.
LA STORIA
Ore 19.45. Se servisse qualcuno in grado di rompere gli indugi e attaccare da subito gli spazi per far decollare immediatamente il festival, quel qualcuno viene individuato nei DEAD FLOWER (Italian Rolling Stones Tribute Band). Un supergruppo di musicisti abbastanza noti singolarmente che amano irrompere in scena senza tanti preamboli e far urlare le chitarre nel nome di Jagger & Richards. I loro sono 40 minuti letteralmente infucati: scaletta molto dura, tipica degli Stones più cattivi, che i 5 componenti eseguono senza alcun calo di tensione. Il finale del loro show la dice lunga sul loro messaggio 'It's Only Rock'n Roll But I Like It'. Onore ai Dead Flower nel verbo dei Rolling Stones.
Ore 20.40. Il palcoscenico cambia rapidamente, gli spazi sembrano restringersi ma è la musica che si allarga, e si tinge di soul. I Soul'd Out del Pat (Andrea Faravelli) e della Regina Erika Bianconi (the White Mama) sono un orchestra di 11 elementi che, dice la leggenda, riescano a provare durante la settimana in un box auto di dimensioni ridottissime! Incredibili... e anche sul palco la loro energia non passa certo inosservata. I fiati, i cori, il sostegno ritmico e strumentale fanno da tappeto magico per la voce potente quanto incantevole di Erika Bianconi. Le scelte musicali si snodano per le strade del blues e del soul, Aretha Franklin, Wilson Pickett, Marvin Gaye, George Benson e, per lo spazio di una canzone, anche Zucchero. Un ora piena di grande musica, c'è forse ancora da stupirsi?.
Ore 22.10. La guest star della serata è arrivata. Una band multietnica capeggiata dal nostro Alberto Linari (dimenicavo, grande tastierista dei SIP Tonic) che introduce la brava Francesca Biancoli in una encomiabile versione artistico-visiva della grande e compianta Ami Winehouse. Il suo talento prende il sopravvento da subito, forte com'è del carattere suo ma anche dell'eccezionale supporto musicale che si trova alle proprie spalle. Di Alberto Linari parlano anche i muri, tastierista fenomenale sia in Italia che negli States, e che stasera ha reclutato una sezione ritmica di colore fortissima quanto di precisione assoluta. Il loro è un successo annunciato, e il pubblico in costante aumento ne è la riprova.
Ore 23.45. Chi avrebbe scommesso che la gente a mezzanotte se ne sarebbe andata verso altri lidi (o anche verso il letto) ancora una volta si deve ricredere. Il finale degno di una giornata fantastica sotto ogni punto di vista viene trasformato in assoluta realtà da uno dei gruppi storici del circuito rock, gli Spoons di Massimo Bona e Flavio Serotti. Dai più considerati una delle più importanti Southern Rock Band d'Europa, questa sera i cavalieri dell'Alabama si presentano a Ozzano con l'ultima formazione che vede l'ingresso delle guest star Alberto Linari al piano (sì, anche gli Spoons hanno goduto di questo onore) e del cantante Max Mingardi dei Dead Flower per un paio di brani. Il loro rock blues e figlio diretto dei grandi Lynyrd Skynyrd, dei quali gli Spoons sono testimoni e verbo a tutto tondo, e gode dell'importante esperienza di Bona, del basso corposo di Christian Simonetti e del robusto drumming di Antonio 'Tano' Santini. Da 'That Smell' al tiratissimo finale di 'Freebird' la band riprende i classici storici quali 'I'm The One', 'Simple Man' e 'Call Me The Breeze', ed è un piacere sentire il lungo lavoro solistico di Serotti che può avvalersi stasera di un pianista di lusso oltre che la grande mano esperta del leader Massimo Bona.
Con il loro show, da grandi campioni quali gli Spoons sono da anni, si chiude questa giornata di grande musica che ha portato per una notte tutti i presenti e non solo alla realtà del poter far convivere generi diversi sullo stesso palco in una cornice di solida e vera amicizia.
Un grazie ad Alberto, Flavio e a tutti i Musicisti (sì, con la M maiuscola) che sono stati capaci di realizzare un sogno.
MM
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