I libri liturgici bizantini chiamano il tempo di preparazione al Natale, Quaresima della Natività, quello che per il rito latino è chiamato Avvento, e come prima di Pasqua c’è un lungo e programmato periodo di “allenamento”, anche il Natale è preceduto e preparato da un tempo di 40 giorni, con inizio il 15 novembre fino al 24 dicembre ed è un periodo in preparazione spirituale alla nascita nella carne del nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo accompagnato dal digiuno e dalla preghiera.
In questo periodo la liturgia propone le figure bibliche dei profeti, dei martiri, come Barbara, Lucia Sebastiano, Bonifacio, Anastasia, dei vescovi Nicola, Ambrogio, Spiridione e di tanti monaci, solo per citare alcuni, e nelle due domeniche prima di Natale si fa memoria dei Progenitori di Cristo secondo la carne, vissuti prima e sotto la Legge, di tutti gli antenati del Signore di stirpe regale discendenti di Davide e dei Santi giusti, uomini e donne, che piacquero a Dio dall’inizio del tempo, dai giorni di Adamo, il primo uomo, fino a Giuseppe, lo sposo della Madre di Dio. La liturgia ci presenta le figure di questi credenti per prepararci e documentare il mistero dell'incarnazione. Preparandosi in questo modo al Natale, il fedele è messo in grado di vedere l’Incarnazione non come un inaspettato e assurdo intervento di Dio nella storia, ma come il culmine di un processo che si estende per migliaia di anni.
Così nei primi tre giorni di dicembre si ricordano i profeti Naum, Abacuc e Sofonia, vissuti sette secoli prima di Cristo.
Il 16 dicembre si fa memoria del profeta Aggeo, il giorno dopo, il 17, si ricorda il profeta Daniele.
Nei 40 giorni che precedono il Natale sono indicate anche due importanti feste mariane. La prima è il 21 novembre ed è l’Ingresso della Madre di Dio nel tempio, la seconda è la Concezione di Anna, la madre della Vergine Maria e viene ricordata il 9 dicembre. È quella che il rito romano chiama l’Immacolata Concezione.
La “Previgilia di Natale” comincia il 20 dicembre e da questo punto in avanti i testi liturgici sono direttamente legati alla Natività di Cristo.
Nel giorno di Natale i servizi commemorano non soltanto la nascita di Cristo a Betlemme e l’adorazione dei pastori, ma anche l’arrivo dei Magi con i loro doni in oro, incenso e mirra. Questo ad indicare come veramente il Verbo si è fatto carne e quale vero Dio fatto uomo, viene adorato da tutti i popoli. Gli inni di questo giorno certo non trascurano i suggestivi dettagli a noi familiari della storia del Natale: il bambino avvolto in fasce e adagiato nella mangiatoia, l’asino e il bue, i pastori che sorvegliano il gregge, ma piuttosto guardano alla incredibile unione dell’umanità con la divinità: questo è l’ultimo e fondamentale senso della festa del Natale. Senza smettere di essere quello che Egli è dall’eternità vero Dio, Uno della Santa Trinità, eppure diventò realmente e completamente uomo, nato da una Madre. Questo è il contenuto che i testi liturgici bizantini incessantemente cantano, il “contrasto” fra il divino e l’umano nella Persona di Cristo Incarnato. Egli che formò il mondo ora prende forma, il Creatore diviene creatura, Colui che regge l’intera creazione nel palmo della mano, nasce dalla Vergine, il più antico dell’antico Adamo, giace fra le braccia di sua Madre; il Signore della Gloria, che slega le aggrovigliate corde del peccato, è circondato da fasce; Colui che è la divina Ragione giace in una mangiatoia di animali irrazionali; Colui che nutre l’universo intero, è sfamato ora con il latte.
Questi passaggi dell’innografia liturgica aiutano la comprensione di come è inspiegabile il fatto che Dio diventi vero uomo. La Chiesa ci parla del Figlio di Dio che si fa carne, che ha preso la nostra natura per divinizzarla.
Con questo spirito occorre vivere questi quaranta giorni in preparazione al Natale, come tensione alla visione del Figlio di Dio fatto veramente Uomo, Lui “il generato dal Padre prima di tutti i secoli, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero”.
Così cantiamo nella liturgia Bizantina in preparazione al Natale: "Preparati, Betlemme: si è aperto per tutti l'Eden. Preparati, Efrata, perché dalla Vergine è fiorito l'albero della vita nella grotta. Davvero il suo grembo è divenuto spirituale paradiso in cui si trova la pianta divina: mangiando di questo vivremo, non moriremo come Adamo. Nasce Cristo, per far risorgere l'immagine un tempo caduta."
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