Clienti esigenti, lunghe file, sibilo assordante delle macchine di caffè: i baristi dei 38.038 Starbucks nel mondo possono sbagliare a scrivere il nome dei clienti sul bicchiere.
Tra le varie teorie sulla nascita di questa pratica, che dal 2012 è ormai una tradizione, c’è quella della strategia di marketing al fine di creare un’esperienza personalizzata.
I nomi sbagliati attirano l'attenzione dei clienti, che quasi sempre condividono la foto della bevanda sui social media.
Alla data del 24 febbraio 2024, solo su IG c’erano 28.500 post con l’hashtag #starbucksnamefail che ovviamente hanno raccolto like, commenti, e interazioni: tutta pubblicità gratuita.
Ma c’è di più: la tattica del "misspelled name” può promuovere una risata o uno scambio di battute tra i singoli clienti del bar che, grazie anche ad un arredamento che facilita la vicinanza tra le persone, le incoraggia ad intrattenersi più a lungo e a consumare di più, contribuendo ai ricavi che nel 2023 hanno raggiunto i 29,46 miliardi di dollari.
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