Olmi, Ermanno [Documentario] (1954) Italia; Sezione Cinema della Edisonvolta, B/n, 10’
INTERPRETI: Pampurini, Paolo [venditore]; Tarascio, Enzo [passeggiere]
RESPONSABILI: Pozzi, Carlo [Fotografia]; Bernacchi, Adriano [Fotografia]; Viola, Giampiero [Montaggio]; Bassi, Pier Emilio [Musica]; Costabile, Aniello [Orchestrazione]; Soffientini, Alberto [Organizzazione]
SINOSSI: Il soggetto tratto dalle "Operette morali" di Giacomo Leopardi, racconta di un breve scambio di battute tra un venditore di almanacchi ed un passeggiere, suo potenziale cliente. Il dialogo verte intorno l’anno che verrà, che sarà sicuramente meglio di quello in cui stanno vivendo. Il venditore afferma, rispondendo alle domande del passeggiere, che, pur vendendo almanacchi da vent’anni, potendo sperare che l’anno che verrà sia uguale ad uno degli ultimi venti non ne sceglierebbe nessuno e potendo tornare indietro, preferirebbe non fare la vita che ha fatto, ma sceglierne un’altra. Così pensa anche il viaggiatore, affermando che così pensano tutti: il caso ha trattato male tutti fino a quel momento. Poi compra l’almanacco più caro e il venditore continua il suo giro.
Nel corso di un’intervista il regista Ermanno Olmi racconta così le motivazioni che lo hanno portato alla scelta del testo leopardiano.
“La caratteristica tecnica più evidente di tutti i miei documentari – e non solo dei miei, perché all’epoca lavoravamo tutti così – è la post-sincronizzazione del sonoro. A un certo punto, comincio a vagheggiare l’idea di fare un film in presa diretta, cioè un racconto dove le persone parlano e tu registri quello che dicono. E dunque ho bisogno di una macchina sonora e non della Arri che era rumorosa. Così chiedo alla direzione generale di acquistare una nuova macchina da presa. Era un investimento importante, che corrisponderebbe oggi a 150-200 milioni di lire. Ma all’epoca producevamo documentari che, a volte, godevano dei premi governativi, venivano abbinati ai film in sala e potevano dunque avere una notevole diffusione. L’acquisto venne autorizzato direttamente dal direttore generale. Arriva la nuova Eclair 300, una bellissima macchina da presa, con cui poi faccio Il tempo si è fermato. Così, per collaudare la macchina – e collaudare anche noi stessi – decido di girare un piccolo dialogo. Scelgo Leopardi perché l’autorevolezza dell’autore giustificava il provino di una macchina così importante. Poi mi interessava l’intreccio di varie nozioni di tempo: quello del calendario, il tempo del pensiero, delle aspirazioni del futuro.” (Ermanno Olmi)
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