Il veleno è un prodotto dell’alveare che non ha proprietà nutritive. Sulla sua composizione ed azione sono stati fatti numerosi studi.
Contiene glucosio, fruttosio e fosfolipidi più 18 componenti farmacologicamente attivi: peptidi, enzimi, ammine.
Il veleno è quindi un miscuglio di proteine, peptidi e molecole organiche di piccole dimensioni. I costituenti più importanti e potenzialmente pericolosi (essendo antigenici) sono gli enzimi fosfolipasi A2 e la ialuronidasi. La Melittina è il peptide invece più rappresentativo, molto attivo a livello delle membrane biologiche, ne produce la rottura e le rende sensibili all’attacco della fosfolipasi A2.
Elenco dei componenti con relative azioni terapeutiche:
Fosfolipasi A2 – azione radioprotettiva e mastocitolitica, provoca liberazione di istamima, abbassa la pressione arteriosa, ha proprietà antigeniche (è il maggior allergene del veleno delle api), ha effetti antagonisti rispetto alla alfa-tossina dello stafilococco e alla tossina del tetano.
Ialuronidasi – attacca i polimeri dell’acido ialuronico tissulare, aumenta la permeabilità capillare
Apamina – È antigienico e ha proprietà antinfiammatorie
Melittina – È il maggior componente del veleno (40-60%) ha le seguenti azioni:
antibatterica
antifungina
agente inibitore a livello del SNC
blocca le sinapsi nervose a livello muscolare e provoca contrazione della muscolatura liscia e striata
provoca liberazione di istamina
determina rottura dei mastociti
ha proprietà radioprotettive (soprattutto verso i raggi X)
provoca un aumento della permeabilità vascolare
abbassa la pressione arteriosa
non ha proprietà antigeniche (perché altrimenti i nemici delle api otterrebbero un’immunità specifica)
stimola l’asse ipofisi-corticosurrenale provocando la liberazione di catecolamine e cortisolo
è uno dei più forti agenti antinfiammatori conosciuti.
MCDP (peptide degranulatore dei mastociti) – Si è dimostrato avere un’azione antinfiammatoria 100 volte più potente dell’idrocortisone nel sopprimere lo sviluppo dell’artrite adiuvante inclusa.
Cardiopep – aumenta la forza di contrazione del cuore (azione beta-adrenergica) senza alcun effetto sulla circolazione coronarica, ha proprietà antiaritmiche e stimola, come la Melittina, la liberazione di catecolamine e cortisolo.
Adolapina – Ha un’azione analgesica e antinfiammatoria
A seconda della patologia da trattare il veleno può essere usato in creme, unguenti o in forma iniettabile. Tradizionalmente il veleno viene somministrato tramite punture dirette con api che vengono stimolate a pungere la zona affetta. Il più efficace è il veleno proveniente dalla puntura diretta, dalla fine della primavera fino all’inizio dell’autunno, cioè il periodo nel quale le api si nutrono di polline di buona qualità per produrre veleno.
Il veleno delle api è utilizzato da lungo tempo soprattutto nel trattamento di reumatismi e forme infiammatorie ma sono numerose le applicazioni che si stanno andando a sviluppare. Può essere utile in caso di: artrite, allergia al veleno (per la desensibilizzazione), geloni, eczema, fibromialgia, gotta, infiammazioni articolari, lombaggine, nevralgie, crampi mestruali, sclerosi multipla, disturbi vascolari periferici, nevralgia post-erpetica, psoriasi, reumatismi, sindrome di Reymond, sciatica, gomito del tennista, patologie neurodegenerative.
L’iniezione di veleno deve essere fatta da un medico o con la supervisione di un medico, seguendo precisi protocolli, dopo aver eseguito le analisi per escludere ogni forma di reazione allergica, con la consapevolezza del rischio reazioni avverse o shock anafilattico.
I consigli riportati in queste pagine non vogliono e non devono sostituire il medico nella diagnosi e nella scelta della cura più appropriata. I suggerimenti si riferiscono alla prevenzione o al trattamento di lievi disturbi nella certezza di avere escluso patologie gravi.
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