Roma, 10 lug. (askanews) - Sono 36 anni che Pietro Orlandi cerca la sorella Emanuela a Roma. Le speranze sono ora riposte nella riapertura, in programma l'11 luglio, di due tombe nel Cimitero Teutonico in Vaticano.
"In questo senso quello che accadrà domani lo considero una svolta dopo 36 anni, perché è una presa di posizione completamente diversa e positiva. Forse hanno capito che è il momento di fare qualcosa in più, di chiarire per quello che sanno".
Figlia di un commesso della prefettura della casa pontificia, Emanuela Orlandi scomparve il 22 giugno 1983, a soli 15 anni, uno dei casi più oscuri della storia italiana e vaticana. Le tombe che verranno riaperte domani appartengono a due principesse:
"Hanno deciso di aprirle tutte e due e sinceramente non ne conosco il motivo. Questa è una ragione in più, perché noi abbiamo chiesto di aprire una tomba e il Vaticano ne apre un'altra, per sua decisione".
"Nel silenzio, che io chiamerei più omertà, che c'è stata in 36 anni e devo dire che 6 mesi dopo la scomparsa di Emanuela venne a casa nostra Giovanni Paolo II. All'epoca si parlava molto della questione internazionale, dello scambio con Ali Agca. E le parole del papa furono 'esiste il terrorismo nazionale ed esiste il terrorismo internazionale, quello di Emanuela è un caso di terrorismo internazionale".
"Lui ci disse solo una parola, una frase, prima a mia madre, poi a me 'Emanuela sta in cielo' e lo ripetè anche a me. Io dissi 'spero sempre che sia viva', spero che lei mi aiuti comunque ad arrivare alla verità e lui mi ripetè 'Emanuela sta in cielo'. Non aggiunsi altro perchè c'era anche altra gente, tra me e me dissi 'forse questa frase significa che c'è per la prima volta la volontà a collaborare, a chiarire questa storia definitivamente".
"Anche se devo dire che questa frase mi fece male perché un Papa, un Capo di Stato che ti dice 'Emanuela è morta', ti fa pensare lui sa qualcosa di più rispetto a noi.
Emanuela scomparve dopo una lezione di musica alla scuola in Piazza Sant'Apollinare a Roma, non lontano dal Senato.
"Una volta mi disse, per la sua attitudine musicale, 'un giorno starò su tutti i giornali'. Lei intendeva che sarebbe diventata una musicista famosa, purtroppo ci è andata sui giornali, ma per altri motivi", ha ricordato il fratello.
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