Continuano i problemi legati alla sanità e agli scarsi numeri di medici operanti nel territorio lombardo. In provincia di Pavia il 90% dei posti disponibili nell'ultimo bando per i medici di famiglia è rimasto vacante.
La Simg, Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie, ammette che i numeri dei medici di famiglia sono in netta diminuzione. In Lombardia ne mancherebbero 1435. Numeri che fanno riflettere i professionisti perché la regione si troverebbe in una netta spaccatura tra città metropolitane e territori con scarsi centri abitati.
Nella provincia di Pavia, quest'anno, su 25 posti disponibili per iniziare il corso triennale di formazione in medicina generale ne sono stati occupati solo 8.
A inizio maggio su 74 richieste di nuovi medici per coprire le aree del territorio rimaste senza assistenza solo in 6 hanno risposto attivamente: oltre il 90% è rimasto vacante.
Questi dati dovrebbero avere un’inversione di tendenza nel 2030, quando, secondo le proiezioni, si avrà un numero maggiore di medici come conseguenza dell’aumento delle persone ammesse alla facoltà di Medicina.
Per la maggior parte degli italiani, comunque, il medico di famiglia deve essere il punto di riferimento principale per la salute attraverso una presa in carico che va oltre la consulenza.
Secondo un sondaggio Ipsos, l'85% dei pazienti di età superiore ai 60 anni reclama la necessità di un medico di fiducia come riferimento per le proprie patologie.
La Fimmg, Federazione Italiana Medici di Famiglia, spiega che il sistema medico è diventato con gli anni burocratizzato. Questo, secondo i professionisti, diventerebbe un ostacolo per la relazione tra i medici e i pazienti.
La soluzione proposta è quella di lasciare al personale di studio gli atti di pertinenza non medica, per permettere agli specialisti di recuperare tempo, risorse e competenze per l'ascolto dei pazienti. Un modo per risollevare anche il Sistema Sanitario Nazionale.
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