La Sardegna è la protagonista della settima puntata. Nell'età del bronzo, intorno al XIX secolo a.C. circa, quest'isola al centro del Mediterraneo era abitata dal popolo nuragico. Ne sono testimonianza gli oltre 7 mila nuraghi che ancora oggi si possono incontrare viaggiando nell'entroterra. A cosa servissero queste poderose costruzioni non è ancora del tutto chiaro. Residenze, sistemi di difesa, torri di vedetta, oppure strutture per la comunicazione a distanza tramite fuochi e fumi. Tra i nuraghi complessi, quelli costituiti da più di una torre, Su Nuraxi di Barumini, iscritto dal 1997 nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'Unesco, è il più rappresentativo. Importante anche il santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri, cittadella religiosa nata attorno a un pozzo sacro. Un altro popolo, i Fenici, provenienti dal vicino Oriente, trovarono su quest'isola dalla posizione strategica il mercato ideale per i propri commerci. Lo testimonia la piazza del mercato di Sant'Imbenia, vicino ad Alghero, perfetto esempio di progetto architettonico e urbanistico nato per rendere più agevoli gli scambi tra commercianti locali e mercanti fenici.
Le stratificazioni della storia si possono scorgere, meglio che altrove, visitando la città di Cagliari, dove i segni delle civiltà punica, romana, bizantina si alternano tra monumenti, teatri, quartieri e perfino lungo i fondali marini. Tra le testimonianze più interessanti l'area archeologica di Tuvixeddu, la più grande necropoli punica ancora esistente, e l'anfiteatro del II secolo d.C. scavato nella roccia, forse la più suggestiva tra le persistenze della dominazione romana.
Infine, obiettivo sul cuore della civiltà agro-pastorale della Sardagna con il canto a tenore, tra le più autentiche forma di espressione artistica tradizionale e per questo protetto dall'Unesco.
Romana, bizantina, araba, normanna: sono tante le anime della Sicilia, almeno quanto i popoli che vi si sono avvicendati. Le scopre Francesca Fialdini nell'ultima puntata di "È l'Italia, bellezza!". Civiltà diverse i cui stili artistici e architettonici si sono sovrapposti e poi assimilati vicendevolmente, dando vita a un esempio unico al mondo di "interscambio culturale". È la formula che l'Unesco ha adottato per dare riconoscimento a quei luoghi che testimoniano, attraverso il proprio patrimonio storico e culturale, gli incontri felici tra genti di provenienze diverse. Uno di questi incontri fortunati si può apprezzare alla Villa Romana del casale a Piazza Armerina, nella provincia di Enna. Quest'area archeologica mostra, meglio di qualunque altra, l'armonioso connubio tra la civiltà romana e quella nordafricana del IV secolo. È il secolo di Costantino, quando la Sicilia era il granaio dell'impero e la villa emersa durante gli scavi è un perfetto esempio di tenuta agricola romana dell'epoca. La villa si trova sulla strada che collegava Roma con le province africane e i preziosi mosaici, alcuni giunti quasi intatti fino a noi, mostrano evidenti influenze delle maestranze tunisine e maghrebine che presero parte alla sua costruzione.
Il viaggio di Francesca tra le bellezze della Sicilia si sposta poi a Palermo. Panormos per i Greci, Panormus per i Romani, Balaarm per gli Arabi, Balermus per i Normanni. Sono stati proprio questi ultimi, in solo mezzo secolo di presenza, a scrivere le pagine più belle e originali dell'architettura medievale siciliana, riunendo l'oriente greco, l'occidente latino e l'arte islamica. Una delle più importanti trasformazioni di Palermo si deve al regno di Ruggero II, che fece della città una delle capitali più splendenti del Mediterraneo. Una grandezza celebrata all'interno del Palazzo dei Normanni, ancora oggi cuore politico e amministrativo cittadino. Al suo interno si trova uno dei monumenti medievali più suggestivi e meglio conservati al mondo: la Cappella Palatina, con i grandiosi mosaici in stile greco bizantino che esaltano la magnificenza del re Ruggero, mentre i soffitti riproducono forme, geometrie e tecniche pittoriche arabe. Un'opera collettiva nata dall'incontro fra mosaicisti provenienti da Costantinopoli, artigiani islamici dell'Egitto, marmorai e scalpellini della Campania.
Un viaggio in Sicilia non può ignorare l'Etna, il "vulcano femmina"; che pare incarnare l'essenza tellurica di un'isola che lentamente cambia, senza mai smettere di essere sé stessa. Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco dal 2013.
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