Come funzionano i controlli incrociati del fisco? Te ne parlo in questo video! ⬆
Ci vediamo presto e ricorda: 𝐈𝐍𝐕𝐄𝐒𝐓𝐈 𝐂𝐎𝐍𝐒𝐀𝐏𝐄𝐕𝐎𝐋𝐌𝐄𝐍𝐓𝐄.
Per comprendere come funzionano i controlli incrociati del fisco bisogna considerare che ogni operazione imponibile determina uno spostamento di denaro da una persona a un’altra: si tratta di due soggetti diversi che, spesso, sono entrambi tenuti a comunicare detta operazione all’Agenzia delle Entrate.
Oggi a svolgere il lavoro di controllo è un software dell’Agenzia delle Entrate in grado di confrontare le varie comunicazioni fornite dai contribuenti, mettendole in risalto e rilevando eventuali anomalie.
I controlli incrociati vengono eseguiti in automatico, per cui non esiste contribuente che possa sfuggire: l’unico limite è ovviamente il termine di decadenza che ha l’Agenzia per eseguire i controlli e che sono di sette anni in caso di mancata dichiarazione dei redditi, oppure di cinque anni in caso di compensi non indicati nella dichiarazione dei redditi regolarmente presentata.
In passato, scoprire una falsa fattura era molto difficile e complesso, anche durante una verifica della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate. Oggi, con i nuovi sistemi informatizzati, l’Agenzia Entrate ha una base di dati incredibili che le consentono di eseguire un controllo incrociato quasi immediato.
Infatti, ogni contribuente comunica tutte le fatture che ha emesso nei confronti di un soggetto e quest’ultimo, a sua volta, comunica all’Agenzia i dati delle fatture da lui ricevute. A questo punto il cervellone dell’anagrafe tributaria va a incrociare, con una procedura automatizzata, tutti i dati dei soggetti che hanno l’obbligo di comunicazione: si fanno i controlli e si confrontano le fatture emesse e quelle ricevute. Il sistema crea così le cosiddette discordanze. Nel caso in cui ci siano discordanze rilevanti scattano i controlli fiscali.
Il sistema presenta però delle anomalie o perché i dati comunicati dal contribuente siano errati, il che genera controlli inutili oppure perché il contribuente ritenga inutile o poco conveniente registrare una fattura e portarla dal commercialista, come quelle di bassi importi, e ciò determina che da un lato la fattura viene comunicata (emittente) e dall’altro no (ricevente).
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