Nell'ottobre del 1943, Walter Chillin è un ferroviere ventenne che lavora alla stazione di Padova. È telegrafista e aspetta il passaggio di un treno che gli hanno ordinato di seguire con particolare attenzione. Lui non può saperlo, ma il giorno 16 di quel mese un raggruppamento speciale di SS ha rastrellato tutti i cittadini romani di religione ebraica. Fra le 5.30 e le 14 è andato in scena il dramma del cosiddetto «Sabato Nero». La comunità ebraica non si aspettava che ciò accadesse. Aveva infatti ricevuto ampie rassicurazioni dal comandante della Gestapo di Roma, il tenente colonnello delle SS Herbert Kappler. Il Kappler, che già aveva ricevuto da Heinrich Himmler l'ordine di deportare in Germania gli ebrei della Capitale con un'azione di sorpresa, aveva pensato bene di garantire al Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ugo Foà, e a quello dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Dante Almansi, l'incolumità di tutti i loro correligionari, in cambio di 50 chili d'oro. Non appena ebbe ottenuto il suo scopo, mostrò subito quanto valeva la parola di un nazista. Tutte le persone rastrellate, subiscono l'identico fato nel quale sono già incorsi milioni di altri individui: vengono caricate a forza su di un treno con direzione Auschwitz. Ma torniamo alla stazione di Padova. Quel giorno Walter Chillin è in attesa. Mentre il convoglio si avvicina le notizie rimbalzano di stazione in stazione. Prima si sparge la voce che si tratta di un trasporto di prigionieri - forse inglesi o americani - che i tedeschi stanno trasferendo i Germania ma poi la verità viene a galla. I colleghi gli segnalano via telegrafo che i vagoni sono piedi di donne, anziani e bambini. La notizia deflagra fra i ferrovieri della stazione di Padova che non sanno capacitarsene. «Ma come! - Ci si domanda - i tedeschi rastrellano donne e bambini!?! Perché??». Lo sgomento regna sovrano quando il treno si ferma nella stazione centrale della città del Santo. Una lapide ricorda ancora oggi quell'episodio accaduto sui binari di Padova, dove - si legge - gli sfortunati «passeggeri» di quel convoglio videro «l'ultimo volto dell'umanità».
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