Nel 1968, un Comitato della Harvard Medical School stabilì che il “coma irreversibile” doveva essere considerato equivalente alla morte dell’essere umano. Nasce il criterio di “morte cerebrale”. Da allora, e viste le motivazioni fornite dal Comitato, il quesito che, ancora oggi, si discute in bioetica, è il seguente: si procede al distacco del respiratore e al prelievo degli organi perché il paziente è morto, o il paziente è dichiarato morto perché si intende procedere al distacco del respiratore e all’espianto dei suoi organi?
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