"Sentiamo tanta pressione a fronte dell'aumento dei numeri". Luisa Venneri, infermiera caposala degli ospedali San Carlo e San Paolo di Milano, racconta come si vivono in corsia queste giornate di contagi record e pronto soccorsi affollati: "Rispetto a marzo l'adrenalina legata al voler affrontare l'emergenza è calata ma non perché - spiega - sia calata l'attenzione, bensì perché c'è molta più consapevolezza sulla malattia". Non un rilassamento, quindi, ma un "calo che ha reso gli infermieri più vulnerabili" anche perché "da un punto di vista psicologici non si sono ancora ripresi dall'ondata precedente". Luisa, che lavora in corsia da 35 anni, denuncia la situazione di stress cui sono sottoposti i pronto soccorsi: "Siamo oberati anche perché i pazienti, a loro volta preoccupati, per ogni minimo sintomo vengono qui. Solo in caso di febbre o respirazione difficoltosa, su consiglio dei medici di base, è il caso di accedere al pronto soccorso". . .di Andrea Lattanzi
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