Durante la 45esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO (svolto a Riad, in Arabia Saudita, nel settembre 2023) sono stati iscritti 42 nuovi Siti Patrimonio UNESCO (la Convenzione, del 1972, é stata ratificata da ben 195 Paesi). I Siti UNESCO sono, al mondo, 1199 (localizzati in 168 Stati): l’Italia é prima con 59 Siti e l’ultimo Sito italiano iscritto é il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale”. Seguono: Cina 57; Germania e Francia 52; Spagna 50; India 42; Messico 35; Regno Unito 33; Federazione Russa 31 (poi Iran 27, Stati Uniti e Giappone 25, Brasile 23, Canada 22, Turchia 21 e Australia 20). Sono saliti a 56 i Siti che l’UNESCO ha inserito nella Lista dei “beni in pericolo” (nessuno Sito é italiano e anche Venezia, nel 2023, ha evitato tale rischio). Nella Lista propositiva (dei “candidati ufficiali”) risultano, ora, 1715 Siti (collocati in 179 Stati): 31 sono in Italia e 61 in Cina. I Siti UNESCO si concentrano, per il 47%, in “Europa e Nord America” con continenti, come quello Africano, con “solo” il 9% dei Siti. I Siti UNESCO “naturali” sono solo il 9%. I primi 16 Paesi nella Lista (su 195), con almeno 20 Siti, esprimo il 48% dei Siti evidenziando un problema di rappresentatività ormai emergente. L’UNESCO, considerando le 8 fra Convezioni e Programmi “principali” ha incluso, nel mondo, 4374 fra Siti, Elementi e Valori di cui 149 italiani, quasi il 3.5% del totale (foto e dati tratti da: unesco.org, unesco.it, ansa.it, euronews, Google e Wikipedia).
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