Incombente e concreto pericolo di esplosione a causa della mancata realizzazione di impianto di captazione del biogas prodotto dalla decomposizione dei rifiuti. Con questa motivazione i Carabinieri del Noe di Bari, a Trani, hanno posto sotto sequestro la discarica di proprietà del Comune di Trani. Sedici le persone indagate, tra rappresentanti istituzionali, tra i quali il sindaco Gigi Riserbato, dipendenti pubblici e dirigenti regionali, accusati a vario titolo di disastro ambientale aggravato, omissione di atti d'ufficio, gestione continuata di rifiuti in mancanza di autorizzazione, emissioni in atmosfera di biogas prodotto dalla decomposizione dei rifiuti smaltiti in discarica in assenza di qualsivoglia trattamento. Nella discarica - che si estende per circa 100mila metri quadrati, e ha un valore di 10 milioni di euro, confluiscono rifiuti non pericolosi provenienti dai comuni del bacino Ato Ba/1. Il sequestro è stato eseguito su disposizione della Procura e - a quanto viene riferito dal Noe - non comporterà problemi di natura igienico-sanitario perchè la Regione, già il 3 settembre 2014, aveva sospeso l'attività di conferimento rifiuti nella discarica di Trani dirottandola presso impianti del tarantino. Le analisi compiute avrebbero evidenziato un “esito allarmante ed inquietante”, in riferimento alla “contaminazione del suolo, sottosuolo e delle acque di falda per la presenza di metalli pesanti (cromo, nitriti, ferro, arsenico, nichel)”. Inoltre - secondo il Noe - l'assenza dell'impianto di captazione, ha fatto sì che il biogas esercitasse fortissime pressioni sotterranee contro le pareti della discarica, provocando l'eruzione di migliaia di litri di percolato e determinando ulteriore inquinamento dell'ambiente.
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