Borsellino quater: 'Scarantino entrava e usciva dagli interrogatori'' - 27 aprile 2016 - controesame avv Repici
Vincenzo Scarantino, collaboratore poi smentito sulla strage di via d'Amelio, veniva fatto entrare e uscire dalla dagli interrogatori affinchè ripetesse più volte le stesse cose. A raccontarlo al processo Borsellino quater Salvatore Coltraro, dirigente della Squadra Mobile di Imperia dal '91 al '95, che riferisce di aver visto Scarantino fare avanti e indietro dalla stanza dell'interrogatorio nella questura di Genova (dove lo attendevano i magistrati di Palermo) almeno in una delle due occasioni in cui lo accompagnò: "Ricordo che lo interrogavano tre quarti d'ora, poi Scarantino usciva in corridoio per una ventina di minuti, stava con noi, poi lo richiamavano di nuovo. Ho desunto che gli facessero ripetere le cose tre o quattro volte prima di fare il verbale, per capire se diceva la verità o si contraddiceva". In quei casi, spiega, "usciva anche qualche funzionario, mentre i magistrati restavano dentro. Ma non li vidi mai parlare con Scarantino". Così il teste si spiega come mai, nel verbale d'interrogatorio del 27 luglio '95, è indicato come inizio le ore 20, mentre le autovetture che accompagnarono Scarantino da San Bartolomeo a Mare (località protetta nell'imperiese in cui il falso pentito risiedeva all'epoca) alla questura di Genova giunsero alcune ore prima. "Ritengo che probabilmente prima sia stato ascoltato più volte oralmente e solo dopo hanno verbalizzato. Questo avveniva anche in altre circostanze, ne sono sicuro, per evitare che entrasse in contraddizione o che si dimenticasse qualcosa… per vedere se ripeteva le stesse cose". [[ Ссылка ]]
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