TG PADOVA (mercoledì 25 gennaio 2017) - Padova centrale della criminalità nigeriana. Sede di un’organizzazione che gestiva una vera e propria tratta di essere umani. In particolare di giovanissime nigeriane, anche minorenni, attratte in Italia dalla possibilità di lavorare, in realtà poi minacciate e obbligate alla prostituzione. I ricatti si basavano su riti Voodoo, e su intimidazioni ai familiari rimasti in Nigeria o in attesa di partire.
L’inchiesta Catene spezzate era stata avviata dopo denuncia di una migrante minorenne che, ai poliziotti di Ragusa, aveva rivelato di essere stata portata nel nostro paese da dei trafficanti di essere umani che l’avevano costretta poi a vendersi sulla strada.
Sei le persone fermate dalla polizia di stato a Padova, su disposizione della Dda della Procura di Catania su indagini della squadra mobile di Ragusa. Cinque uomini e una donna.
Intercettazioni e indagini hanno permesso di accertare che il gruppo era il terminale per l’Italia e il Nord Europa di un’organizzazione internazionale che "gestiva" il traffico di esseri umani e di immigrazione clandestina. I guadagni, compresi quelli provenienti dal traffico di droga, venivano reinvestiti nell’arrivo di altre "vittime". In Libia veniva trattato il "prezzo" per la loro partenza, qui le giovanissime erano spesso vittime anche di violenze sessuali. ([ Ссылка ])
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