* COSA E' IL REI (Reddito di Inclusione)
Il Reddito di Inclusione (REI) è una misura nazionale di contrasto alla povertà. Il REI si compone di due parti: un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta REI) e un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà.
Dal reddito di cittadinanza al reddito di inclusione? Cosa può succedere nel 2023
SECONDO GUARDIACIVICA = sarebbe stato più opportuno eliminare il reddito, la cui revisione era necessaria, contestualmente all'introduzione di una nuova misura
Reddito di cittadinanza e reddito di inclusione
Cosa farà il governo, dunque? L'ipotesi, su cui c'è stato un confronto anche in un incontro Meloni-Calenda, è quella di un ritorno parziale al vecchio reddito di inclusione, "l'antenato" del reddito di cittadinanza, ma con molti esclusi. Il sussidio non andrebbe più agli under 40 senza figli, per intenderci. Oggi il reddito di cittadinanza non è un reddito universale, non è sussidio di disoccupazione, non è individuale non è familiare. Il governo per il futuro dovrà decidere se l'obiettivo è istituire un reddito familiare di sostegno come lo era il Rei (quindi non personale ma familiare, slegato dalle offerte di lavoro), oppure se è un reddito da disoccupazione e che quindi va anche a chi non ha mai trovato il lavoro o è uscito dalla "protezione" degli aiuti dopo due anni di Naspi. Ma in questo caso è necessario che la persona sia pagata per fare corsi di formazione e/o lavori socialmente utili, non si tratta più di rifiutare o meno offerte di lavoro.
Altro punto critico: la differenza sostanziale tra Rdc e Rei, numeri alla mano, è l'importo. Se per il reddito di cittadinanza si attesta intorno ai 500 euro, per il Rei non fu così: l'importo medio mensile distribuito andava da un range tra 225 e 328 euro e l'aiuto raggiunse, prima di essere sostituito dal reddito di cittadinanza, solo 506 mila nuclei familiari. Difficile pensare dunque a un "ritorno" al reddito di inclusione senza che ciò sia accompagnato da un adeguamento degli importi: molte famiglie che si ritroverebbero in povertà.
Il reddito di inclusione inoltre assegnava una posizione importante ai comuni, al fianco dei centri per l’impiego, mai però dotati all'epoca del finanziamento necessario. Le differenze tra Rdc e Rei sono rilevanti: il primo spetta se il richiedente è residente in Italia da almeno dieci anni, per il Rei ne erano sufficienti due. Il Rdc ha un'architettura più complessa per quanto riguarda la condizionalità, che non prevede, come nel Rei, un unico punto di accesso dei nuclei familiari beneficiari presso i servizi sociali comunali, ma due diversi percorsi, individuati sulla base del grado di occupabilità dei membri delle famiglie, da realizzare attraverso il patto per il lavoro, presso i centri per l'impiego, e il patto per l'inclusione sociale, presso i Comuni.
Meloni ha "l'esigenza" politica di abolire il Rdc per cambiare il nome alle misura del M5s (dopo averlo promesso per anni) e renderla più orientata al solo inserimento lavorativo, ma un aiuto a chi è in povertà resterà, ovviamente. I dettagli sono tutti da definire e il confronto all'interno e all'esterno della maggioranza proseguirà per tutto il 2023. Le dinamiche complesse e articolate dell’attuale mercato del lavoro in Italia rendono la definizione di "occupabile" molto sfumata. Il piano generale è mantenere il Rdc solo per chi non sia in grado di lavorare, tendenzialmente persone con disabilità e anziani le cui pensioni siano evidentemente sotto la soglia di povertà. Per tutti gli altri, le prime stime dicono quasi 700mila persone sul totale di 2,5 milioni di percettori, si rischia un salto nel vuoto praticamente da un mese all'altro, che per molti sarebbe difficilmente sostenibile.
Ma è difficile credere che Meloni avallerà un ritorno al reddito di inclusione. Basta andare a leggere cosa scriveva lei stessa su Facebook l'11 dicembre 2017: "Secondo le stime dell'Inps il reddito di inclusione, ultima trovata di fine legislatura del Pd per fingere di occuparsi dei poveri italiani, costerà ai contribuenti circa 2 miliardi.
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REDDITO DI CITTADINANZA e REDDITO DI INCLUSIONE (REI)
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