Lavoro e licenziamenti. Il Blocco dei licenziamenti come è noto è previsto sino al 31 marzo. Dopo questo periodo ci si chiede cosa accadrà. Ci saranno licenziamenti di massa? Ci sarà un ulteriore proroga del blocco? In questo video cerco di spiegare cosa è più probabile che accada.

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Il 29 ottobre entra in vigore il d.l. 137/2020, il quale proroga il blocco dei licenziamenti al 31 gennaio 2021 (dopo qualche giorno prolungato nuovamente fino al 21 Marzo 2021), prevedendo al contempo un'estensione di 6 settimane (a cui ne sono poi state aggiunte altre 12) della cigo.

Si riconferma che ai datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo, che non richiedono i trattamenti di integrazione salariale è riconosciuto l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico per un ulteriore periodo massimo di quattro settimane, fruibili entro il 31 Gennaio 2021, nei limiti delle ore di integrazione salariale già fruite nel mese di giugno 2020, con esclusione dei premi INAIL.

Restano ferme le tre deroghe al blocco dei licenziamenti già previste nel d.l. 104/2020. Potranno infatti procedere ai licenziamenti le imprese che abbiano cessato l'attività; le imprese fallite, quando non sia previsto l'esercizio provvisorio e le imprese che abbiano raggiunto un accordo collettivo aziendale, stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, di incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro.

Per quanto riguarda il versamento dei contributi addizionali, qualora si faccia ricorso alla cassa integrazione, l'unica differenza rispetto al decreto Agosto concerne le aziende dei settori interessati dalle restrizioni dell'ultimo DPCM, per le quali la cassa integrazione sarà gratuita.


La novità del decreto Ristori è, quindi, il superamento del decreto 104/2020 ed il ripristino del blocco dei licenziamenti per tutte le imprese, indipendentemente dal fatto che stiano o meno usufruendo della cig o di altre agevolazioni contributive.

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