L ’arte e la poesia hanno il potere di farci vedere il mondo con gli occhi degli altri, di farci sentire il gusto, il profumo e il rumore di altri luoghi e tempi, di trasmetterci emozioni, di aiutarci a capire e forse a cambiare.
0:40 - La mia patria è una ferita aperta da mille anni
inchiostro caldo che scrive con dignità
una bella e triste melodia
Manda in estasi la coscienza ingannevole del mondo
Fa cadere lacrime di coccodrillo
La mia patria è un cavallo purosangue
Cavalca con il vento su una strada impervia
E non arriva … arriverà
**Odeh Amarneh, La mia patria (2016)…
3:02 - Fino a quando avrò pochi palmi della mia terra!
Fino a quando avrò un ulivo…
un limone…
un pozzo…un alberello di cactus!..
Fino a quando avrò un ricordo,
una piccola biblioteca,
Un manoscritto di poesie
la foto di un nonno defunto.. un muro!
Fino a quando nel mio paese ci saranno parole arabe…
e canti popolari!
Fino a quando avrò… la mia anima!
**Samih al-Qasim, Un tè alla menta (1968)
**Sliman Mansour e Nabil Anani sono due degli artisti più illustri e rinomati in Palestina, conosciuti in tutto il mondo.
Le loro opere, diventate simbolo dell'identità nazionale palestinese, hanno ispirato generazioni di palestinesi, artisti e attivisti internazionali.
Utilizzando i simboli derivati dalla vita, dalla cultura e dalla tradizione palestinese come gli ulivi, le arance, le donne, il paesaggio, illustrano il legame dei palestinesi con la propria terra.
Con le immagini di Gerusalemme e della scintillante Cupola della Roccia, rappresentano la patria palestinese e il sogno del ritorno.
**Malak Mattar, classe 1999, è una pittrice palestinese che vive attualmente in Turchia.
Ha iniziato a dipingere per la prima volta all’età di 13 anni, quando Gaza stava subendo l’ennesimo bombardamento.
Tra la paura e lo stress delle settimane che seguirono, la pittura divenne uno sfogo terapeutico.
Le protagoniste principali dei suoi lavori sono le donne di Gaza, oppresse dall’occupazione israeliana che le intrappola nella Striscia di Gaza e dai valori patriarcali della società.
Queste donne forti, che soffrono e che cercano pace e giustizia, sono un riflesso dell’artista stessa e rappresentano il sogno collettivo per un futuro migliore privo di oppressione e misogenia.,
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