Crolla la produzione del miele anche nel circondario imolese e gli apicoltori sono in difficoltà. I cambiamenti climatici e gli alti costi produttivi le cause principali. “Le piogge di maggio e giugno – spiega Massimo Maccarelli che produce nella zona di Castel San Pietro Terme mediamente 200 ql di miele – hanno causato la mancata fioritura di numerose specie arboree, come il tiglio e l’acacia. La pioggia assieme al freddo hanno determinato la crisi delle api. Quest’anno avrò una perdita economica del 60%, la mia produzione è la metà dello scorso anno”. E l’aumento del prezzo oscilla tra il 10 e il 20%. “La situazione in collina è tragica – aggiunge Filippo Ferri dalla Vallata del Santerno che di ql ne produce solo 3 ma che da quattro anni segue questo settore con grande passione. – Si può stimare una perdita di 2/3 della produzione in collina. Meglio è la situazione in pianura, ma le difficoltà ci sono comunque. Il miele che ne ha risentito di più è quello di acacia che è anche il più richiesto e, quindi, il più retribuito”. E i produttori segnalano anche un altro aspetto. “Siamo preoccupati - dice ancora Ferri - per i tanti furti di alveari, soprattutto nel bolognese. Non sappiamo più cosa fare per contrastare questo fenomeno”. Intanto è di questi giorni l’uscita di un bando da 500mila euro per migliorare produzione e commercializzazione del miele. Il plafond assegnato dal ministero delle Politiche agricole all’Emilia Romagna privilegerà i giovani, le produzioni biologiche e integrate, l’assistenza tecnica.Le domande vanno presentate entro l'11 novembre e si tratta del finanziamento delle azioni previste dalla prima annualità 2016-2017 del programma regionale triennale 2017-2019 di miglioramento della produzione e commercializzazione del miele e degli altri prodotti dell’alveare.Lo stanziamento complessivo stimato per l’intero triennio ammonta a circa 1,5 milioni di euro, per metà reso disponibile da Bruxelles nell’ambito del regolamento Ue n. 1308/2013 sull’Organizzazione comune di mercato (Ocm) e per l’altra metà cofinanziato dal Governo italiano.La tranche finanziaria ricevuta in dote dall’Emilia Romagna è stata calcolata sulla base del numero degli alveari censiti in regione nel 2015, circa 110mila, registrati nella Banca dati nazionale. Le domande degli apicoltori dovranno essere presentate attraverso la piattaforma informatica di Agrea (Sop).
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