Signor Presidente, ecco che approda in questa Aula il vostro disegno di legge che abolisce le Province, almeno per come lo avete spacciato agli italiani.
Se leggiamo l'articolato, scopriamo che le Province rimangono: in alcune zone si chiameranno città metropolitane; in altre la dizione rimane Provincia. Cosa cambia rispetto ad ora? La minore democrazia. Abbiamo, come sempre, un consiglio metropolitano e provinciale composto non però da membri eletti direttamente dai cittadini, ma da sindaci e consiglieri comunali, un'elezione di secondo livello che vedrà eleggibili solo persone già elette e in carica, personaggi dunque che non sono diretta rappresentanza di cittadini per quella funzione e che, quindi, non dovranno ad essi rendere conto nel loro mandato metropolitano.
Viene eliminata ogni interferenza da parte del popolo. Infatti, si sa: l'italiano deve solo pagare le tasse e mantenere i costi della politica, ma non si può di certo pretendere di dargli voce in capitolo in affari che non gli interessano come la gestione del proprio territorio o dei servizi ad esso legati. Di buono non c'è neppure il contenimento dei costi perché, a conti fatti, si spenderà grosso modo la stessa cifra. Non c'è l'indennità per il singolo consigliere, ma rimangono i rimborsi, le spese di funzionamento e le strutture, tutto quello che nei bilanci delle amministrazioni locali di questo livello è il vero malloppo da gestire e spartire.
Visto che sindaci e consiglieri comunali saranno impegnati negli organi metropolitani, chi svolgerà la loro funzione nei loro Comuni? Come potrà un buon sindaco-consigliere svolgere in modo ottimale il mandato conferito dai cittadini se impegnato su altri fronti? A questo non avete pensato oppure state sottintendendo, come diciamo da tempo, che quelle cariche non servono? Ma allora perché non abolire direttamente le Province?
Questa non è una riforma delle Province, ma è un altro pasticcio del PD e lo sappiamo: voi volete riproporci questa schifezza anche con la riforma del Senato e magari mandare qui a Roma i Presidenti di Regione, perché evidentemente ritenete che nelle Regioni non abbiano nulla da fare. Eliminiamo anche le Regioni, se non servono, allora.
Mandare allo sfascio le istituzioni: questo è il vostro compito, ben lontano dall'ammodernarle e soprattutto contenerne i costi eliminando gli sprechi.
Discorso a parte è l'impostazione che date agli organi delle Città metropolitane, dove oltre ad un macchinoso metodo di elezione che non garantisce sufficientemente le piccole comunità (e vi ricordo che la maggior parte dei Comuni italiani sono medi e piccoli) troviamo anche un potere decisionale e di azione accentrato nel sindaco del Capoluogo.
Si avrà un cannibalismo da parte della Città capoluogo verso tutta la periferia ed oltre, che schiaccerà i piccoli Comuni che circondano le nostre città. Avremo solo assemblee cittadine e residenti frustrati dalla consapevolezza che anche le piccole decisioni sono prese altrove, senza possibilità di far valere la propria voce, far sentire le proprie esigenze e la propria dignità.
Si elimina di fatto la prima interfaccia tra Stato e cittadini, ma si sa: nei piccoli Comuni spesso non ci sono liste di partito, ma singoli cittadini impegnati nella politica, liberi, civici e sono quelli che danno più noia al potere. Non sono schiavi delle segreterie di partito e quindi non sono allineati tout court con le decisioni che vengono prese nelle stanze del potere e che sono riversate all'esterno come unica verità, l'unica decisione sensata e possibile.
Ecco, con questa legge ci sarà meno rappresentanza e più potere per i soliti pochi.
Bravi!
Avete fatto la spending review... sì, ma della democrazia.
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