Tanto la Banca Centrale Europea quanto la Federal Reserve hanno ridotto di 100 punti base il costo ufficiale del denaro. Ma per la BCE non basta: occorre altro, per allentare le condizioni finanziarie complessive tuttora restrittive.
La Germania manifesta una debolezza congiunturale, alla quale può opporre una persistente robustezza strutturale. Al contrario le economie mediterranee dell'Eurozona, dalle dimensioni economiche ora sovrapponibili al PIL di Berlino, lamentano ancora deficienze strutturali pur essendo cresciute maggiormente negli anni più recenti.
Il Vecchio Continente lamenta una crescita strozzata dall'eccessivo virtuosismo fiscale, che si accompagna al massiccio risparmio del settore privato. Ne fa le spese il mercato azionario, rispetto a Wall Street.
Lo sconto fondamentale e tecnico adesso è estremo, e si attende un probabile catalizzatore nel 2025 per liberare il potenziale inespresso. Tutto sommato l'anno che si conclude non è da disprezzare, ma nei prossimi dodici mesi si potrà fare meglio. A ben definite condizioni.
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