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La tecnologia sempre più sofisticata è in grado di mettere a punto strumentazioni e apparecchi che permettono oggi una precisione e un'accuratezza mai neanche immaginata fino a pochi anni fa, sia nel campo della diagnostica che nel campo interventistico, e questo progresso continuo ha permesso e permette ogni giorno alla medicina nuovi approcci mininvasivi e conservativi che garantiscono tempi di recupero minori e una più alta qualità di vita una volta liberi da malattia. E in questo solco si inserisce con grande autorevolezza la Radiologia Interventistica che coniugando l'imaging più sofisticato e tecniche mininvasive non chirurgiche (quindi con cateteri sottilissimi) è in grado oggi di offrire un approccio innovativo non solo alle patologie cardiovascolari che già da anni beneficiano di queste tecniche nel trattamento delle problematiche coronariche ad esempio ma anche in campo oncologico dove possono essere trattati tumori epatici (sia primitivi che metastasi) con la chemioembolizzazione, o renali, o polmonari, fino alle metastasi ossee con una verteroplastica. E anche le patologie benigne come i fibromi uterini o l'ipertrofia prostatica benigna possono essere trattati oggi con un approccio conservativo che mira a ridurne i volumi senza asportare l'organo, consentendo così una ripresa immediata dell'attività e nessuna complicanza a breve o lungo termine. E proprio per valorizzare e rendere indipendente una branca della medicina che andrà ad espandersi sempre più - e che ha bisogno di essere più conosciuta (dai pazienti) e proposta (dai medici) - allo IEO, Istituto Europeo dei Tumori di Milano è stata creata la Prima Divisione di Radiologia Interventistica, presentata dal suo Direttore, il Prof Franco Orsi,
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