Roma, 23 mag. (askanews) - Apre le porte dal 25 al 27 maggio a Roma il 20esimo Congresso Internazionale della Società Italiana di Oftalmologia - Soi, con la parola d'ordine che quest'anno è informazione. Per garantire a tutti l'accesso a cure adeguate ed evitare il raddoppio delle persone cieche entro il 2030. In Italia ogni anno i 7.000 medici oculisti salvano la vista a 2 milioni di persone ed effettuano 15 milioni di visite specialistiche. "Focus di quest'anno - spiega Matteo Piovella, presidente Soi - sarà l'informazione: stupirò molti ma dobbiamo condividere le cose straordinarie che l'oftalmologia riesce oggi a mettere in campo ma che purtroppo non sono nella possibilità di essere diffuse. Cioè l'accesso alle cure migliori, l'accesso a queste straordinarie situazioni come per esempio la chirurgia della cataratta che elimina totalmente tutti i difetti di vista, che è un sogno del passato e oggi è realtà e praticamente nel sistema sanitario pubblico non è attuabile, lo stesso abbiamo una difficoltà di terapia per le maculopatie. Siamo sempre un po' col fiato corto per dover condividere per informare i pazienti".
Piovella ribadisce che è importante sottolineare che la cura della propria vista e la prevenzione si imparano sin da piccolissimi: "Le persone devono essere consapevoli quando lo possono fare ovviamente, perché c'è situazione e situazione - osserva -. Ricordo il calendario a garanzia di una vista sempre in forma: una visita medico oculistica alla nascita, entro i 3 anni di età, il primo giorno di scuola, dagli 8 ai 13 anni per prevenire la miopia che sta diventando un epidemia, poi si passa ai 40 anni. Dai 40 ai 60 anni una visita oculistica, anche se stai bene, ogni due anni e dopo i 60 anni una visita oculistica una volta all'anno".
E dal Congresso di Roma, gli specialisti SOI rinnoveranno l'appello alle Istituzioni ma anche ai medici.
"Alle Istituzioni - interviene Piovella - chiediamo di uscire da questa ghettizzazione dell'assistenza di tipo elettivo che non è prioritario e che ci fa sorella minore delle altre specialità e che quando arriviamo a chiedere sostegno per le tecnologie, che sono state la più grande positività che potevamo avere, però nel pubblico non esistono più. Agli altri medici chiediamo di avere un attimo di riguardo per l'oftalmologia. Oggi l'oftalmologia è un po' una cosa a parte, non si è mai amalgamata, armonizzata - perché è una cosa proprio particolare - con tutta la medicina generale. Quindi attenzione e soprattutto sostegno: inviateci pazienti perché noi oggi siamo in grado di salvaguardare la vista a più di 2 milioni di persone ogni anno e lo possiamo fare solo con la collaborazione e il sostegno da parte di tutti. Da parte della politica, da parte dei pazienti e assolutamente da parte di tutti i medici che oggi operano in Italia".
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