Già presente in quest'opera junghiana, che risale ad un tempo precedente alla costituzione della teoria, la capacita di penetrare nell'anima infantile, cosi ancora indistinta dalla mentalità primitiva e mistica, capace di sintonizzarsi più sugli aspetti inconsci che su quelli razionalmente coscienti delle personalità dei genitori e degli educatori, e, soprattutto di percepire verità non facilmente identificabili ed enigmatiche. In particolare viene analizzata la posizione complessa e dedicata del "bambino di talento", particolarmente esposto ad errori e contraddizioni da parte della famiglia e della scuola. Il commento critico evidenzia queste antinomie educative da un punto di vista del formalismo dialettico e di un nuovo concetto di Psicopedagogia connessa ad una rinnovata Teoria della Personalità .
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