Non avrebbero applicato le procedure tecniche corrette per trattare la frazione organica dei rifiuti conferiti che, al termine dell'intero processo di riciclo, manteneva le caratteristiche di rifiuto speciale non pericoloso e non di fertilizzante da destinare al mercato agrotecnico. E' la grave accusa nei confronti delle aziende e dei relativi titolari indagati nell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari che ha portato all'operazione 'Bios', condotta nel foggiano dalla Guardia di Finanza. Sette persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare mentre altre nove devono rispettare l'obbligo dimora. Risiedono tutti nella provincia di Foggia. Eseguita anche una misura cautelare finalizzata alla confisca nei confronti di 4 società e di 22 persone fisiche, tutte della provincia di Foggia, per un ammontare di 26 milioni equivalenti al profitto illecito. Rispondono di reati ambientali inerenti al traffico di rifiuti.
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