A Broni, nella centrale Piazza Garibaldi, al lato opposto del Municipio, sorge la Basilica minore di San Pietro Apostolo. Il titolo di Basilica gli venne attribuito nel 1953.
Il primo edificio, risalente al III-IV secolo d.C., era di dimensioni molto più ridotte confronto l’attuale che oggi si presenta come un articolato complesso caratterizzato da un’imponente facciata che guarda su Piazza Garibaldi. Spostando lo sguardo, sul fianco destro, le botteghe animano il versante sulla Via Emilia, mentre si è condotti gradualmente verso l’alto dalla cupola ottocentesca sovrastata dal campanile Seicentesco.
Varcata la soglia la chiesa si presenta divisa in tre navate da pilastri scanalati che sorreggono la volta a botte decorata nel 1929 dal pittore bergamasco Pietro Servalli: al centro Pio VII benedicente il clero di Broni, verso la controfacciata il medaglione con stemma estense ricorda le origini nobiliari di San Contardo, patrono della città, verso l’altare maggiore il medaglione con lo stemma del Comune di Broni.
Il ricco apparato decorativo venne realizzato a partire dal XVII secolo. Nel 1652 Angelo Galassini di Lugano e il lombardo Paolo Rossi vennero chiamati per decorare la cappella del Rosario e i fascioni che dividono le navate, mentre gli ornamenti in stucco ai cornicioni e ai capitelli sono opera settecentesca. I putti e gli stucchi della navata centrale vennero inseriti nei restauri del Novecento.
Sulla sinistra, addossato al quarto pilastro, il pulpito Settecentesco in radica.
Nel presbiterio le pareti sono riccamente ornate da stucchi. Nelle nicchie le imponenti statue dei Dottori della Chiesa, quelle di San Pietro e San Paolo affiancano la grande tela raffigurante il Seicentesco Martirio di San Pietro Apostolo attribuita al milanese Carlo Preda. Nel catino absidale, la maestosa decorazione con la Crocifissione di Cristo attorniato da angeli.
Il coro ligneo del XVIII secolo è su due ordini divisi da braccioli scolpiti e da lesene a doppia ansa.
Il centro della crociera è sovrastato dall’imponente cupola ottocentesca.
A sinistra del presbiterio si trova la settecentesca cappella del Rosario, anche qui gli stucchi animano le pareti incorniciando le pitture del pavese Giovanni Battista Tassinari, artista attivo nella Diocesi Tortonese nel XVII secolo come testimonia il suo dipinto nel Museo Diocesano di Tortona e che, come ricorda l’iscrizione dipinta sulla parete sinistra, nel 1611 nella Basilica di Broni dipinse l’intero ciclo dei Misteri del Rosario: a fianco dell’altare i misteri gaudiosi, sulla parete destra i misteri gloriosi e quelli dolorosi, inseriti in cornici barocche, mentre al centro la grande tela con la Battaglia di Lepanto è opera seicentesca del pittore milanese Giovanni Giuseppe del Sole.
Gli storici riconoscono nella cappella del Rosario il piccolo oratorio da cui ebbe origine l’attuale costruzione che venne ad innestarsi perpendicolarmente alla precedente con la nuova pianta a croce latina.
A destra del presbiterio troviamo la cappella di San Contardo, il pellegrino protettore di Broni. La vita del Santo, appartenente alla nobile famiglia degli Estensi di Ferrara, è illustrata in un ciclo di affreschi dal maestro Giovanni Battista del Sole, fratello dell’autore che dipinse la Battaglia di Lepanto nella cappella del Rosario. Il patrono di Broni giunse nella cittadina dell’Oltrepo’ pavese nel XIII secolo, quando, fatto voto di povertà e offertosi al Signore, Contardo intraprese il pellegrinaggio verso Santiago di Compostella insieme a due compagni di viaggio, ma, ammalatosi durante il cammino, fu costretto a fermarsi a Broni dove morì il 16 aprile del 1249. Di particolare interesse l’affresco con il “Miracolo delle campane” dov’è possibile vedere uno spaccato, seppur rielaborato, della Broni seicentesca.
Al centro della cappella, esposto alla devozione, si trova il corpo di San Contardo. La teca, in legno scolpito e dorato, racchiude le reliquie del Santo, vestito da pellegrino.
Infine di particolare interesse, nella navata destra, la cappella del Sacro Cuore con il Trittico della Guerra, opera Novecentesca del tortonese Angelo Barabino, pittore divisionista la cui attività si intrecciò negli anni giovanili con quella di Pellizza da Volpedo.
Progetto realizzato con i contributi dell'8x1000 della CEI.
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12 Concertos à cinque, Op. 9 - Concerto in C for Oboe & Strings Op9/5 composed by Tomaso Albinoni and performed by The Modena Chamber Orchestra is licensed under a Public Domain License ([ Ссылка ])
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