Le prime due opere scritte da Hegel sono La vita di Gesù e La positività della religione cristiana dove passa da una visione kantiana ad una post kantiana e della sua critica a Kant ne parleremo in un video dedicato. Io in questa puntata mi voglio invece soffermare su quella che è l’opera giovanile più interessante pubblicata tra il 1798 e il 1799 a Francoforte e intitolata “Lo spirito del cristianesimo e il suo destino”. In quest’opera, Hegel ripercorre a livello filosofico la storia del popolo ebraico contenuta nella Bibbia, dal diluvio universale fino ad arrivare alla diaspora.
Secondo Hegel, il diluvio universale segna una scissione (una divisione) tra il popolo ebreo e la natura, una natura che si ribella, una natura che uccide attraverso un diluvio che spazza via ogni cosa che incontra tranne l’arca di Noè e le persone e gli animali che erano al suo interno. questo evento così drammatico per il popolo ebraico lo ha portato a rifugiarsi nella fede, a credere in Dio e trovare rifugio in lui. Quindi, secondo Hegel, la natura cattiva, imprevedibile e castigatrice viene contrapposta alla figura di un Dio che salva che protegge che ama e a cui è sottomesso non solo l’uomo ma anche la natura stessa.
Sempre secondo Hegel, il popolo ebreo ha quindi scelto di focalizzare la sua attenzione su un Dio amorevole ma anche molto geloso che vuole che gli ebrei si dedichino a lui in modo totale allontanandosi anche dagli altri popoli perché si crea così un divario tra il popolo eletto da Dio che è appunto il popolo ebreo e tutti gli altri popoli. In questo modo il popolo ebreo non solo ha come nemico la natura ma si è persino inimicato tutti gli altri popoli. Praticamente, secondo Hegel, il destino segnato degli Ebrei è un destino che si sono scelti loro con le loro decisioni, con la loro chiusura in sé stessi.
Però ad un certo punto succede qualcosa, arriva una rivoluzione e questa rivoluzione ha il nome di Gesù che porta un messaggio di amore e di fratellanza di tutti gli esseri umani che sono uguali di fronte a Dio a prescindere dalla razza. E qui si contrappongono due mentalità diametralmente opposte: da un lato la mentalità chiusa e ovattata degli ebrei e dall’altra la mentalità di Gesù che si avvicina molto alla mentalità greca dell’epoca, una mentalità aperta e libera dove il rapporto con la natura è un rapporto armonioso e rispettoso della natura stessa, in “spirito di bellezza” come dice lui stesso. Quindi da un lato abbiamo l’ebraismo che rappresenta la scissione, la divisione e quindi l’infelicità mentre dall’altro abbiamo la grecità che rappresenta l’armonia tra gli uomini, l’armonia tra uomo e Dio e l’armonia tra uomo e natura. Hegel esprime quindi una forte ammirazione per la grecità dell’epoca solo che bisogna poi ammettere che sia i Greci che Gesù furono “sconfitti” alla fine. I greci e la loro armonia e spirito di bellezza sono stati soverchiati dall’età moderna che secondo Hegel va proprio rivista, riformata. Dall’altro abbiamo Gesù che è stato ucciso per mano proprio del suo popolo, dal popolo eletto perché non ne ha capito il suo messaggio rivoluzionario e di amore.
Però Hegel è ottimista nella possibilità, nell’età moderna, di ritrovare quello spirito di bellezza che avevano i Greci e che aveva il messaggio di amore di Gesù Cristo. Per fare ciò è necessaria una rivoluzione religiosa che crei una nuova religione che basa proprio sulla figura di Gesù che dovrebbe essere il collante di tutto, il collante tra gli uomini, tra l’uomo e Dio e tra il dovere razionale e la natura sensibile.
Nella sua maturità, Hegel invece propone una nuova soluzione e la propone nell’opera Fede e sapere. In quest’opera è la filosofia la soluzione, il collante di tutto, l’unica che può conciliare e unire gli uomini e l’uomo con Dio. quindi se l’Hegel giovane sosteneva che dovesse essere la religione a far partire la rivoluzione dello spirito dell’uomo e dei popoli, l’Hegel maturo confida nella ricerca filosofica e nell’evoluzione storica, entrambe caratterizzate da un pensiero più scientifico e rigoroso rispetto alla religione.
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A presto. Dott.ssa Laura Pirotta, psicologa clinica.
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