La dottoressa Elisa Musolino, ostetrica del Santagostino, ci racconta come creare una serie di condizioni per agevolare un corretto avvio dell’allattamento al seno e quali sono i vantaggi per il bambino e per le madri.
Il latte materno è l’alimento ideale per ciascun neonato. Perché? Perché specie-specifico, ovvero un alimento ideale dal punto di vista non solo nutrizionale ma che presenta una serie di vantaggi che riguardano:
il sistema immunitario
il legame mamma bambino
la prevenzione di tumori che colpiscono principalmente le donne, come il cancro al seno.
Per questi e per tanti altri motivi, è importante che fin dai primi istanti di vita del neonato si creino tutta una serie di condizioni che vadano a aiutare un corretto avvio dell'allattamento al seno.
Un primissimo passo è rappresentato dal contatto pelle a pelle di mamma e bimba alla nascita, piuttosto che la possibilità che il bambino, nei primi giorni di vita e fino alla montata Lattea, possa andare a stimolare il seno della mamma costantemente.
È importante che tutti i professionisti che si occupano della salute della mamma e del bambino, si facciano sostenitori e promotori dell'allattamento al seno, così come indicato nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Fondamentale per le madri è anche il contesto intorno ad esse, quello che qualcuno definisce “villaggio” intorno alla vita di mamma e bambino. Questo a partire dal partner e dai membri della famiglia, che devono essere di sostegno nelle varie fasi.
Si deve sostenere una forma di allattamento a richiesta che quindi vada a prendere in considerazione quelli che sono i bisogni, i ritmi e i tempi del bambino. Questi spesso sono irregolari e possono avere un impatto importante nella quotidianità dei genitori, anche nei naturali ritmi sonno/veglia.
Per la madre è importante progressivamente imparare a riconoscere i segnali di fame che il bambino manda, come ad esempio lo schioccare la lingua sul palato, il succhiare le labbra o andare con la testa in cerca del capezzolo e del seno della mamma, estroflettendo la lingua.
Ma anche andare a succhiare il dito, la mano, il polso o per arrivare a quello che è il segnale più impellente di fame che è il pianto, il mezzo comunicativo più immediato del piccolo.
Una volta poi riconosciuto il segnale, è importantissimo che la mamma si trovi a proprio agio durante la poppata e per tutto l'arco di essa: che sia comoda, in un ambiente tranquillo e che anche grazie all'ausilio di posizioni che lei preferisce in cui non siano in tensione schiena, collo, e che ci siano i piedi ben appoggiati a terra.
Per garantire una buona suzione del piccolo al capezzolo è importante che ci sia un corretto attacco. Il bambino deve vedere una bocca ben spalancata ad andare a prendere gran parte dell’areola del seno della mamma. Anche il labbro inferiore, leggermente estroflesso e indice di un buon attacco, come è utile riscontrare durante la suzione le guance piene del piccolo.
Nella deglutizione non devono esserci rumori particolari, ad esempio un rumore tipo schiocco.
Infine, per quel che riguarda la durata della poppata, sempre in un'ottica di andare a rispondere a quelli che sono i bisogni di ciascun piccolo di ciascun neonato, saranno loro a dirci quando andare a terminare la poppata e quindi nel momento in cui avranno un senso di sazietà, semplicemente si staccheranno dal seno o si addormenteranno naturalmente in braccio alla mamma.
A ogni modo è sempre utile chiedere consiglio a professionisti ostetrici, come quelli che mette a disposizione il Santagostino, per farsi aiutare in una fase così delicata e importante della vita di neonati e neogenitori.
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