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La patologia emorroidaria, quindi la dilatazione delle emorroidi, cuscinetti venosi fisiologici presenti nel retto, è una problematica estremamente diffusa e spesso trascurata, quando invece un intervento tempestivo può evitare che si arrivi ad un prolasso rettale. Molteplici le cause della patologia, una predisposizione individuale, una alimentazione scorretta che porta alla stipsi, lavori che comportano sforzi o lunghi periodi in piedi, gravidanze... e il sintomo principale , oltre al dolore, è solitamente il sangue che compare durante o dopo la defecazione, sintomo che deve essere sempre indagato con una colonscopia per escludere la presenza di polipi o tumori del colon-retto. Sarà poi una serie di indagini strumentali mirate, dalla risonanza alla defecografia all'ecografia ad indicare il percorso migliore, se terapeutico o chirurgico. Parliamo di tutto questo con il Prof. Massimo Mongardini, Specialista in Chirurgia Generale e Proctologia del Policlinico Umberto I di Roma, che ci spiega l'importanza di una accurata valutazione dello stadio della malattia - vi sono infatti quattro stadi di evoluzione e il Professore ci spiega come si distinguono - e soprattutto il grado di prolasso rettale perchè oggi si è ormai raggiunta l'evidenza che la patologia emorroidaria va inserita in un quadro più ampio che prenda in considerazione lo stato della mucosa rettale e il grado di prolasso per valutare il miglior approccio terapeutico quando sia possibile o chirurgico quando sia indispensabile per eliminare non solo i gavaccioli emorroidari ma anche il prolasso che ostruisce il canale anale. Il Professore ci parla approfonditamente delle tecniche chirurgiche che consentono oggi un recupero estremamente rapido e una soluzione definitiva del problema e ci mostra un intervento tipo per farci vedere le varie fasi di asportazione del prolasso rettale con la tecnica Stappler e la rifinitura di alcune emorroidi con la radiofrequenza.
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