Era stato affondato il 2 maggio del 1943 al largo dell’isola dell’Asinara dal sommergibile inglese Safari: da allora il piropeschereccio Sogliola in cui erano morti sei degli uomini di equipaggio non era mai stato ritrovato. Nel corso degli anni lo hanno cercato in tanti, ora il Sogliola - dopo 80 anni - è stato individuato con certezza al largo dell’Asinara su un fondale sabbioso, a 53 metri di profondità. La scoperta l’ha fatta Alessandro Masala, istruttore del Cala d’Oliva Diving Center, apneista e primo sardo ad avere sfondato il limite dei 100 metri di profondità. «Lo cercavo da tempo, ma sembrava introvabile». Qualche giorno fa, durante la mappatura di una zona per la programmazione di nuovi corsi per immersioni in apnea, il sonar ha rilevato una massa strana: Alessandro Masala si è visto passare davanti agli occhi qualcosa che non poteva che essere un relitto. «Ho cacciato un urlo – racconta – e i collaboratori che erano con me si sono girati di scatto. Ho preso tempo, ho detto che avevo visto un delfino. Ma non ci ho dormito la notte». Il giorno seguente l’immersione in apnea, con gli assistenti di bordo talmente emozionati da non pronunciare neppure una parola. Il primo tuffo e la discesa in profondità, dove il mare cambia colore. Il sub di Porto Torres è arrivato fino a 43 metri: «Ho solo intravisto qualcosa, ma ero decentrato. E sono tornato su con la voglia di riprovarci in poco tempo». La terza discesa è stata quella buona, Alessandro Masala è arrivato fino giù e l’ha toccato quel relitto. C’è tutto, disteso sul fianco sinistro, circondato da migliaia di pesci che lo hanno scelto come casa e che gli garantiscono una sorta di animazione fantastica, quasi a volerne tracciare una storia che mai è stata dimenticata. Trentasei uomini di equipaggio, sei i morti nella tragedia del mare sardo.
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