Lunga intervista con Fabio Savi
Nato a Forlì, il 22 aprile 1960: fratello di Roberto, cofondatore della banda. Anche lui, come il fratello, fa domanda per entrare in polizia, ma un difetto alla vista gli pregiudica questa carriera. Dai 14 anni svolge molti lavori saltuari, ha un carattere spavaldo e aggressivo. Insieme a Roberto è l'unico componente presente a tutte le azioni criminali della banda. Fabio viene arrestato qualche giorno dopo il fratello, a 27 chilometri dal confine con l'Austria, mentre tenta di espatriare, bloccato da un'auto della Polizia stradale. Lavorava come carrozziere e camionista, convivendo a Torriana con una ragazza rumena, Eva Mikula, le cui testimonianze si riveleranno decisive nella risoluzione delle indagini. Dopo la condanna all'ergastolo, viene trasferito nel carcere di Sollicciano a Firenze, e in seguito in quello di Fossombrone.
Nel 2001 concede un'intervista al programma di RaiTre Storie maledette, durante la quale dichiara che il movente delle attività criminali della banda era procurarsi denaro.
In un'intervista (riportata nel programma televisivo "Blu Notte-Misteri Italiani" di Carlo Lucarelli), nella quale un giornalista insinuava che dietro la banda si celassero in realtà i servizi segreti, Fabio Savi, uno dei componenti della banda, negò affermando:
« Dietro la Uno bianca c'è soltanto la targa, i fanali e il paraurti. Basta. Non c'è nient'altro. »
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