Il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) è un virus ubiquitario, molto diffusivo che attacca le alte vie respiratorie e, successivamente, diffondendosi nel tratto respiratorio inferiore può provocare bronchiolite/polmonite.
È uno dei virus più comuni nei bambini ed ora è sempre più riconosciuto come patogeno nella popolazione anziana e immunocompromessa. Nei Paesi industrializzati, negli adulti, provoca oltre 420mila ricoveri ogni anno e 29mila decessi. Finora non sono state disponibili terapie e vaccinazioni, ma è da poco disponibile in Italia il primo vaccino per gli adulti, con straordinaria
efficacia nei soggetti con patologie concomitanti: nello studio cardine ha mostrato una riduzione del 94,1% della malattia grave da RSV e un'efficacia complessiva del vaccino dell82,6%.
“I soggetti fragili che contraggono il Virus Respiratorio Sinciziale sono ad alto rischio di malattia grave a causa del declino dell'immunità correlato all'età e delle condizioni sottostanti – spiega Roberto Parrella, Presidente SIMIT – Se infatti la maggior parte delle persone guarisce entro un paio di settimane, il virus può determinare gravi espressioni di malattia nelle persone vulnerabili, in cui può portare a esiti gravi, come polmonite,
ospedalizzazione e morte.
In generale, chi ha patologie pregresse rischia un aggravamento delle proprie condizioni e va incontro a tassi di ospedalizzazione più elevati. Infatti, negli adulti/anziani RSV determina un aumento di 3-5 volte dei tassi di ricovero rispetto ai soggetti più giovani. Recenti studi americani rilevano come
ogni anno ci siano da 60mila a 120mila ricoveri dovuti all’RSV, di cui circa 6-8mila decessi. In Europa vengono stimati almeno 33.000 decessi RSV-correlati nei pazienti ospedalizzati. Da questi dati si evince l’importanza che
può rivestire uno strumento preventivo come il vaccino”.
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