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Marco Goldin
"Van Gogh. I colori della vita"
Padova, Centro San Gaetano
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“Van Gogh. I colori della vita” (Padova, Centro San Gaetano, dal 10 ottobre 2020 all’11 aprile 2021) non ha nulla di generico e non è solo una sfilata di quadri e disegni, che pur in molti casi sono capolavori notissimi.
È invece un sorprendente percorso volto a far conoscere, passo dopo passo, alcune trame della vita e dell’opera di Van Gogh non così affrontate finora. Questo per la volontà del curatore di ricostruire l’intero percorso, includendo anche quanto di solito non viene compreso o è stato poco o per nulla studiato. Sarà lo stesso Van Gogh a raccontarsi in mostra, attraverso le sue lettere. Esse sono il filo conduttore di un poderoso volume di 850 pagine che Marco Goldin, ideatore e curatore della mostra, ha scritto per La nave di Teseo. Libro in uscita in parallelo all’apertura dell’esposizione e intitolato “Van Gogh. L’autobiografia mai scritta”.
“Van Gogh. I colori della vita”, intende – anticipa Goldin – ripercorrere l’intero cammino della sua attività, concentrandosi sui principali punti di snodo di quel cammino. I luoghi che lo hanno visto diventare il pittore che tutti conosciamo, grazie proprio a quei luoghi medesimi, al fascino che hanno esercitato su di lui, alla loro storia che si è incisa nella sua storia. Verrà precisamente analizzato il rapporto tra l’esterno della natura, e talvolta delle città, e l’interno dell’uomo e del pittore. Per comprendere il motivo per cui sia stata così rapida l’evoluzione dell’artista e perché sia stata necessitata e indotta dall’aver vissuto in determinati posti, prima in Belgio e Olanda e poi in Francia”.
Gli 82 quadri e disegni di Van Gogh eccezionalmente riuniti al San Gaetano rappresenteranno proprio questo percorso, in una sorta di itinerario che terrà insieme l’esigenza del vedere fisico e quella dello sprofondamento interiore.
Grazie soprattutto, ma non solo, alla collaborazione fondamentale del Kröller-Müller Museum e del Van Gogh Museum, la mostra potrà proporre capolavori di ognuno tra i periodi della vita di Van Gogh, da quello olandese fino al tempo francese vissuto tra Parigi, la Provenza e Auvers-sur-Oise. Dipinti famosissimi come l’”Autoritratto con il cappello di feltro”, “Il seminatore”, i vari campi di grano, “Il postino Roulin”, “Il signor Ginoux”, “L’Arlesiana”, i vari paesaggi attorno al manicomio di Saint-Rémy e tantissimi altri.
Ma la grande esposizione padovana non si limita al pur incredibile corpus di ben 82 opere di Van Gogh. A esse sarà infatti affiancata una selezione di una ulteriore quindicina di capolavori di artisti, a partire ovviamente da Millet, passando tra gli altri per Gauguin, Seurat, Signac, Hiroshige, a lui precisamente collegati. O come nel caso delle tre grandi, splendide tele di Francis Bacon a inizio percorso, a indicare come la figura dello stesso Van Gogh abbia agito anche sui grandissimi del XX secolo.
La mostra “Van Gogh. I colori della vita” è promossa da Linea d’ombra (www.lineadombra.it) e dal Comune di Padova, con la decisiva collaborazione del Kröller-Müller Museum, ed è prodotta da Linea d’ombra, con il Gruppo Baccini in qualità di main sponsor.
Lo sforzo produttivo e organizzativo che Linea d’ombra ha messo in campo per poter realizzare questa grandiosa esposizione è davvero enorme. Basti pensare che per effetto delle normative legate alla diffusione del coronavirus, potrà entrare in mostra appena un terzo del pubblico che avrebbe potuto accedervi in epoca pre-Covid. Aspetto che, per altro, assicurerà ai visitatori l’opportunità di non incorrere in alcun affollamento, potendo anzi ammirare i capolavori riuniti nel Centro San Gaetano di Padova con tutto l’agio possibile.
"Ho creato Linea d’ombra nel 1996 e dunque nel 2021 cadranno i venticinque anni da allora. Possiamo chiamarle le nostre nozze d’argento con l’arte. Le società organizzatrici di mostre in Italia, in quel momento, si contavano sulle dita di una mano e niente lasciava presagire quello che sarebbe accaduto dopo in un ambito sempre complicato e difficile. Ancor più difficile in questo 2020 devastato dal virus. Per di più a fondare quella società, nel 1996, era un trentenne che fino alla metà degli anni novanta aveva esperienza solo di esposizioni legate al Novecento italiano.
Quello che è successo da allora fa parte della nostra storia, e certamente un po’ anche della storia delle mostre in Italia, cui Linea d’ombra ha saputo dare il suo contributo. Una storia fatta di oltre undici milioni di visitatori finora e di relazioni con oltre mille musei prestatori in tutti i cinque continenti. Musei che hanno concesso oltre diecimila opere giunte nel nostro paese. Molte, moltissime tra queste opere veri e propri capolavori. Se
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