Un viaggio quello tra le antiche vie Bolognesi che non poteva che iniziare da qui, dalle tombe dei professori dello “Studium” medioevale.
Un fermento culturale in contrasto con la normale percezione che abbiamo del periodo storico in esame, ma in perfetta sintonia con l’attitudine di questa cittadina non a caso riconosciuta con l’appellativo di Dotta
Le 5 arche dei glossatori oggi rimanenti, e in parte collocate nei presi della basilica di san Francesco, costituiscono uno splendido esempio dell’arte medievale, rendendo doveroso omaggio a chi ha contribuito a far nascere quella che è conosciuta come la più antica università del mondo
Il torresotto di porta nuova ci immette nel centro storico, la porta nova che da il nome alla via faceva parte della antica cinta muraria, mentre il varco ancora esistente è quello della seconda cerchia di mura costruita a seguito dell’allargamento della città medievale.
Via 4 novembre corre sul fianco dell’antico palazzo d’accursio o palazzo Comunale, prima di immettersi sulla magnifica Piazza Maggiore, cuore della città di bologna, dove si affacciano i più importanti monumenti urbani
Il Palazzo dei Banchi, è l’ultimo edificio ad essere stato costruito sulla piazza, risale al XVI secolo ma in realtà e solo una facciata utile a coprire la vie retrostanti
Palazzo Comunale è insieme di vari edifici uniti con il passare dei secoli ad iniziare dalla abitazione del giurista Accursio acquistata dal Comune alla fine del 1200, si dovrà comunque attendere fino al 1336 prima che il palazzo divenga sede del governo cittadino.
Sopra la porta di ingresso principale si trova la statua di papa Gregorio XIII celebre riformatore del calendario ancora oggi adottato.
Il Palazzo del Podestà risale al 1200 ma la sua forma attuale è frutto del rimaneggiamento del 1400.
Di fronte al palazzo del Podesta si trova La Basilica di san Petronio, i cui lavori iniziarono nel 1390 ma che non furono mai portati a termine come si evidenzia dalla facciata esterna in marmo rosa lasciata a metà.
Al suo interno tra le varie cappelle si trova, con i suoi 67 metri, la più lunga meridiana al mondo costruita in interni.
La fontana del Nettuno voluta da Papa Pio IV, si trova al centro dell’omonima piazza dove si affaccia il palazzo di Re Enzo ed è un opera del celebre scultore fiammingo il cui nome fu italianizzato in Giambologna risalente al 1566.
Persa la gara per la realizzazione della fontana del nettuno a Firenze vinta dall’Ammannati (purtroppo verrebbe da dire viste le forme del celebre Biancone fiorentino), il Giambologna realizza questo capolavoro teso ad esaltare il potere del papato e di Papa Pio IV stesso.
Alla base del monumento quattro nereidi che si tengono i seni sovrastate da quattro putti che simboleggiano il Gange, il Nilo, il Rio delle Amazzoni e il Danubio in riferimento dei continenti allora conosciuti.
E sopra a tutto, lui il dominatore dei mari e del potere politico, ma che il Giambologna volle realizzare a suo modo con i genitali più grandi di quanto consentito al tempo dalla stessa chiesa.
Utilizzando un celebre stratagemma, grazie al quale da una determinata pozione nella piazza identificata dalla “pietra della Vergogna” il pollice della mano tesa risulta inequivocabilmente nascere dal basso ventre.
Il Palzzo di Re Enzo è cosi riconosiuto perché per 23 anni fu la prigione del figlio dell'imperatore Federico II di Svevia, catturato dall’esercito bolognese durante la battaglia di Fossalta del 1249 che contrappose Guelfi bolognesi e Ghibellini imperiali.
Passeggiando per le animate vie cittadine sotto porticati e alla presenza di antichi palazzi arriviamo al cospetto di uno dei monumenti più identificativi della città di Bologna.
La Bologna medievale contava all’interno delle sue mura circa un centinaio di torri, solo 5 di esse arrivarono fino a 1919 quando una ottusa amministrazione comunale decise, nonostante l’opposizione cittadina, l’abbattimento delle torri Artenisi, Guidozagni e Riccadonna.
Di circa 20 delle tante torri un tempo simbolo di potere e ricchezza si riconoscono comunque alcuni resti in città
La Torre degli asinelli risalente al 1109 è, con i suoi 97 metri la torre pendente più alta del mondo, già, perché le due torri simbolo di Bologna non sono dritte ma pendenti!
La Garisenda inizialmente alta 60 metri, vide ridurre la sua altezza a 48 metri a causa del cedimento delle fondamenta che causò il crollo della sommità della stessa e la fine dei lavori di costruzione.
Proseguiamo nel nostro errare Bolognese, sotto un cielo che in nessun modo ha dato una qualche speranza per un azzurro cambiamento ma con temperature che per fortuna non sono troppo rigide.
Torniamo infine sui nostri passi, Piazza Maggiore da punto di partenza del nostro viaggio all’interno dell’universo Bolognese diventa il punto finale del nostro cammino.
Ma questa è stata solo una escursione conoscitiva della città, perché Bologna cela ancora molte altre ricchezze e toneremo per scoprirle tutte. Prima o poi…
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