Una delle ragioni con le quali il presidente russo Vladimir Putin giustifica il suo attacco all’Ucraina è l’espansione della NATO verso oriente. Putin la descrive come una sorta di manovra di accerchiamento che l’alleanza starebbe compiendo ai danni della Russia. L’allargamento della NATO ad Oriente è un dato di fatto. Ma come si è sviluppato negli anni successivi al crollo dell’Unione Sovietica? La NATO (North Atlantic Treaty Organization, Organizzazione del teatro nord atlantico) è stata creata nel 1949 da un gruppo di paesi occidentali: Stati Uniti. Regno Unito, Francia, Belgio, Canada, Danimarca, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi e Portogallo. Lo scopo della nuova alleanza era quello di controbilanciare il potere dell’allora Unione Sovietica e dei suoi paesi satellite. Sei anni pIù tradi, nel 1955, l’Unione Sovietica e altri paesi socialisti diedero vita al cosiddetto Pato di Varsavia che nasceva con un obiettivo analogo: la deterrenza nei confronti dell’occidente, soprattutto dopo anche la Germania Ovest era entrata a far parte della NATO. Va subito detto che le due allenze non hanno mai – fortunatamente – avutto occasione di scontrarsi sul campo in Europa per tutta la durata della cosiddetta guerra fredda. Il Patto di Varsavia perse la sua ragione di esistere all’inizio del 1991, dopo il collasso dell’Unione Sovietica. Lo scioglimento dell’alleanza fra gli ex paesi socialisti fece sorgere un dibattuto anche in occidente sull’opportunità di mantenere in vita la NATO che però sopravvisse alla fine del suo ex avvversario. Ma come si entra nella NATO? L’adesione non è nè semplice nè immediata. Quando una nazione chiede di entrare a farne parte tutti gli stati membri valutano la sua richiesta che deve essere accettata all'unanimità. Il paese candidato inoltre deve rispettare determinati standard sia da un punto di vista di impegno militare che politico. I più ovvio dei prerequisiti è quello di non essere impegnato in alcun conflitto. In genere l’intero processo richiede anni. La candidutara all’ingresso dei paesi dell’Europa dell’Est ha sollevato molti dubbi in seno alleanza ed è stata oggetto di accesi dibattiti fra esponenti politici e studiosi di di geopolitica.
Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia hanno avanzato la propria candidatura all’ingresso nell’alleanza già nei primi anni Novanta, a ridosso dello scioglimento del patto di Varsavia ma inizialmente ottennero un rifiuto da parte di vari paesi NATO timorosi di creare situazioni di attrito con l’ex Unione Sovietica. Alla fine le tre nazioni furono accettate solo nel 1999, otto anni dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia. L’Unione Sovietica nel frattempo si stava progressivamente sfaldando è tento - in un primo momento - di creare un sistema di cooperazione e di integrazione alternativo all’Occidente fra i paesi dell’ex gigante sovietico dando vita alla cosiddetta Comunità degli Stati Indipendenti. Purtroppo l’iniziativa non fu accolta con grande entusiasmo da parte degli stati che avevano da poco riconquistato la propria autonomia soprattutto perchè, nel quadro di questa organizzazione, la Russia restava la, potenza di maggior peso che – tra l’altro – riservava a se stessa, il diritto di intervenire in tutti i paesi membri nei quali le minoranze russofone - a suo giudizio – non avessero avuto sufficienti tutele. Il peso della Russia, in seno ai meccanismi di gestione della nuova comunità, sarebbe poi stato tale da consentirle di orientare le decisioni della CSI secondo i propri desideri. Questa condizione divenne ovviamente un grosso ostacolo alla crescita della Comunità degli Stati Indipendenti.
SOGGETTI: NATO - ESPANSIONE - ALLARGAMENTO - EST - ORIENTE - PUTIN
Ещё видео!