Ridurre all'origine la produzione di rifiuti: è uno dei compiti che si è data la Provincia di Genova nell'ambito delle sue politiche ambientali. Per raggiungere questo obiettivo, Piazzale Mazzini parte dal compostaggio domestico, ovvero la trasformazione degli scarti di cucina in concime, operazione che qualsiasi persona può compiere in casa con un'attrezzatura molto semplice.
Per promuovere questa tecnica ecologica, che si pratica attraverso l'uso di compostiere da balcone o da giardino, l'assessorato provinciale al ciclo dei rifiuti ha realizzato in collaborazione con Italia Nostra un video-corso, che l'associazione ambientalista porterà nei 67 comuni della provincia.
La frazione umida dei rifiuti rappresenta circa un terzo di tutta la spazzatura prodotta dai cittadini, e quindi il compostaggio domestico, che viene attuato direttamente in casa, è la nuova frontiera delle amministrazioni pubbliche impegnate nella raccolta differenziata, perché consente di ridurre alla radice la massa di rifiuti che i comuni devono riciclare.
Va ricordato che i rifiuti organici, se invece di essere trasformati in concime attraverso il compostaggio vengono portati in discarica, sono quelli più pericolosi, tanto è vero che lo smaltimento in discarica è vietato dell'Europa perché produce effluvi molto inquinanti. Ancora peggio è bruciare l'umido per produrre energia elettrica: la concentrazione di acqua al loro interno è di circa il 40%, il che rende molto controproducente l'incenerimento.
Una persona produce ogni anno circa 50 kg di rifiuti organici, una quantità che se trasformata in compost (riducendosi a circa 25 kg) viene sottratta alla raccolta dei rifiuti: una famiglia di due persone produce compost sufficiente per concimare una ventina di vasi da giardino.
SEBASTIANO SCIORTINO, ASSESSORE CICLO DEI RIFIUTI PROVINCIA DI GENOVA
Naturalmente, il solo compostaggio domestico non è sufficiente per trattare al 100% la frazione umida, perché non sono molti i cittadini che possiedono un orto o un giardino. Occorre anche costruire impianti di compostaggio pubblici. In provincia di Genova ne sono previsti più di uno. Il primo e più grande, che è stato già appaltato e sarà terminato entro il 2015, è quello che sorgerà nell'attuale discarica di Scarpino: potrà trattare fino a 50.000 tonnellate all'anno di rifiuto organico, pari alla quantità prodotta nel comune di Genova. Per smaltire tutto l'organico prodotto nella provincia, tuttavia, sarà necessario costruire uno o più altri impianti, per una capacità totale di altre 20.000 tonnellate: la Provincia sta individuando i siti dove realizzare queste strutture, operazione molto delicata per il pregiudizio negativo, in realtà immotivato, che ancora le circonda.
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