Sulle spiagge italiane e sulle concessioni balneari il Governo mette la testa sotto la sabbia. Dopo aver provato ad evitare in tutti i modi le procedure selettive e le gare con la storiella della “mappatura” delle spiagge italiane, ora la maggioranza è costretta ad adeguarsi alla normativa europea, rinviando lo svolgimento dei bandi al 2027.
Ora però basta bugie. Non perdiamo altri due anni prendendo in giro i bagnini e i concessionari, ma aiutiamo loro e le amministrazioni locali a prepararsi bene per le gare ed evitare di svendere ai fondi internazionali di investimento (o peggio alla criminalità organizzata) le spiagge italiane che rappresentano un patrimonio inestimabile di bellezza ed un valore economico da cui ogni anno deriva un introito di 30 miliardi di euro dal turismo balneare.
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