Il Presidente della regione Ligura Giovanni Toti è intervenuto questa mattina in diretta su RTL 102.5 all’interno di Non Stop News condotto da Fulvio Giuliani, Giusi Legrenzi e Pierluigi Diaco.
Il Presidente della Regione Liguria Toti esordisce con un aggiornamento sulla situazione della pandemia nel suo territorio: “La situazione è diversa nelle varie zone, tra città e provinci, ed è in crescita a Genova come ovunque. Eravamo già intervenuti prima delle misure restrittive del Governo, poiché Genova è una città dove il virus ha circolato e circola ancora molto, con pressione sugli ospedali. Nel resto della Regione sta crescendo, ma meno che a Genova: qui sono soprattutto malati con media e bassa terapia di intensità di cura e ci sono meno morti, che è la notizia migliore del momento”.
A proposito del difficoltoso dialogo tra Governo e Regioni Giovanni Toti commenta così: “Dialoghiamo costantemente con il Governo, diamo i nostri suggerimenti che talvolta vengono accolti e talvolta no. Questo DPCM contiene misure che andavano prese perché è indubbio che questo virus stia crescendo, non so se quelle che abbiamo preso saranno efficaci o no o se sono socialmente eque: io rilevo che negli ospedali chi sta peggio sono i più fragili, gli anziani, i pluiripatologici e loro devono essere protetti di più. Se noi diciamo che il vero problema è trovare un punto di equilibrio tra il contenimento della pandemia e non uccidere l’economia, abbiamo bisogno di trovare un punto di equilibrio di lungo periodo. Per questo dico che bisognerebbe lasciare vivere e lavorare il Paese e proteggere le persone più fragili e non chiudere selettivamente pezzi di Paese sulla base di ragionamenti che mi convincono poco. Abbiamo diviso il mondo tra il superfluo e il necessario dando per scontato quali lavori siano l’uno e quali l’altro, ma bisogna stare attenti a dividere il mondo in modo così manicheo. Non credo che possiamo fare come Israele che ha vietato di uscire di casa a tutta una serie di categorie di persone, perché sarebbe illegale e incostituzionale, però costruire delle situazioni di questo genere sì, potremmo segmentare la società sulla base del rischio. Non credo che si possano fare modifiche a questo decreto e non mi auspico neanche che lo facciano, non si possono cambiare le regole ogni tre ore, altrimenti facciamo una grande confusione. Se almeno si riaprissero i ristoranti fino alle 23.00 faremmo un minor danno, trattandosi della categoria più colpita in assoluto. I bar sono colpiti, però fino alle 18.00 hanno uno spazio di lavoro, ma i ristoranti perdono il 70%-80% del fatturato”.
All’interno di Non Stop News, con Giusi Legrenzi, Pierluigi Diaco e Fulvio Giuliani.
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