E' andato a buon fine il tentativo di record omologato Aida disputato il 2 Dicembre 2013, nelle acque di Sharm El Sheik, nella disciplina apneistica dell' Assetto Variabile Regolamentato, da parte dell'italiano ANDREA ZUCCARI con 135 metri fin'ora detenuto dal famoso recordman Umberto Pelizzari, con 131 metri nel 2001 nelle acque di Capri.
La disciplina prevede l'immersione lungo un cavo guida con l'ausilio di una slitta zavorrata e la risalita con la solo forza del corpo munito di un monopinna.
A rendere ancora piu' difficile la prova e' stata la scelta del campione d'indossare la maschera per le evidenti difficolta' compensatorie della stessa a grandi profondita'.
Il successo della performance ha dimostrato l'attendibilita' degli studi di Andrea circa la compensazione delle orecchie i quali mettono alla luce le straordinarie capacita' intrinseche dell'essere umano ad affrontare naturalmente questa limitante incombenza.
Le condizioni meteo-marine erano piuttosto instabili con cielo coperto e mare poco mosso tuttavia in grado di generare onde di piccole entita' ma frequenti le quali sobbalzavano la piattaforma operativa e di conseguenza tutto il cavo guida.
Gli scossoni hanno reso difficile la vertiginosa caduta della slitta minando il rilassamento e la concentrazione dell'atleta.
Ai fini della sicurezza, il centro Freediving World Apnea Center, organizzatore del tentativo di record, ha previsto un organizzazione nonche' uno staff di supporto non indifferente composto da un subacqueo tecnico in CCR il quale stazionava alla profondita' di 100 metri (Jim Dowling del Team Werner Lau Tek); 2 safety freedivers nella fascia 0-40 (Nicola Vangone e Daniele Coi); 3 giudici AIDA (Marco Gallo, Pim Vermeulen, Rolf Wiberg) 1 responsabile safety piattaforma (Sergio Soria), 1 dottore (Osama Abo El Fotouh del Search & Rescue ) e 2 assistenti qualificati muniti di un veloce battello attrezzato per i casi di emergenza nonche' una troupe di tecnici addetti alle riprese video-subacquee (Fred Di Girolamo e Hatem Walid Mahmoud).
La performance si e' svolta nel massimo della sicurezza poiche' dalla piattaforma operativa si poteva monitorare in tempo reale, con l'ausilio di un sonar ecoscandaglio, il movimento dell'atleta lungo il cavo guida ed in caso di emergenza un semplice sistema di contrappeso di cui e' munita la piattaforma stessa avrebbe permesso di issare tutto su, atleta compreso, in pochi secondi, scongiurando qualsiasi pericolo.
In alternativa, quantunque, questo sistema si fosse inceppato sarebbero intervenuti i subacquei vincolando il corpo dell'atleta ad un pallone in grado di raggiungere la superficie in pochi secondi. I safety freedivers tra i 0-40 metri muniti di potenti scooters Suex subacquei garantivano un piu' efficace supporto nella fascia piu' critica ovvero quella prossima alla superficie.
Articolo scritto da: Daniele Coi
Video Editing: Fred Di Girolamo
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