Berlino, 4 nov. (askanews) - È dal 2011 che Barbara Poenisch fa un lavoro immenso, quello di ricostruire gli archivi della Stasi, i servizi di sicurezza dell'ex Germania comunista, che hanno spiato milioni di cittadini prima della Riunificazione. Distrutti dagli impiegati alla caduta del muro di Berlino il 9 novembre 1989, i documenti sono immagazzinati nello stesso sito che ospitava l'ex ministero della Stasi e vengono rincollati un po' alla volta. Un lavoro infinito...
"Devo verificare che ogni foglio vada bene e se corrisponde davvero o meno. Ho una grande responsabilità in questo campo. Ora qui non posso far scivolare sotto un altro foglio", spiega.
"Non accade che sia strappato una sola volta, accade che sia strappato anche in due o tre punti diversi".
Poenisch fa parte di una squadra di 10 persone che ricostruisce minuziosamente rapporti di sorveglianza, lettere private o documenti politici che la Stasi aveva accumulato e poi tentato di distruggere quando il regime comunista crollò, esattamente 30 anni fa.
"Una volta ho trovato una lettera, scritta personalmente, la lettera di una madre, il cui figlio era in carcere, e nella quale la madre chiedeva che il figlio venisse liberato. Mi ha commosso molto, è accaduto diversi anni fa".
Il 15 gennaio 1990, alcuni "comitati di cittadini" presero d'assalto gli uffici della Stasi, compresa la sede centrale di Berlino Est, sequestrando milioni di dossier e circa 16.000 sacchi di documenti stracciati. Trent'anni dopo continuano ad emergere segreti da queste carte e il lavoro non è ancora terminato:
"Per me è una grande soddisfazione e una gioia, perché so che questi materiali in seguito verranno spediti agli Archivi e contribuiranno alla rielaborazione. Questo è il mio piccolo contributo alla rielaborazione" della memoria, conclude Poenisch.
I documenti ricostruiti raggiungono infatti gli archivisti, che li studiano e aiutano a fare luce sul passato. Intanto, dal 1995 è stata realizzata la ricostruzione manuale di circa 500 sacchi di frammenti, ovvero oltre 1,5 milioni di pagine. Ogni sacco contiene infatti frammenti che formano tra le 2.500 e le 3.500 pagine. Ad oggi restano in totale 55 milioni di pagine da ricostruire. Per ora manualmente, finché non sarà messo a punto un nuovo macchinario capace di gestire centinaia di migliaia di frammenti.
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