La basilica santuario di Santa Maria de Finibus Terrae è una basilica minore ed un santuario di Castrignano del Capo, situata nella frazione di Santa Maria di Leuca: è così chiamata in quanto si trova all'estremità sud orientale della penisola italiana.
Maggiori info
qui
[ Ссылка ]
#FinibusTerrae #SantaMariaDiLeuca #Salento #Puglia
Sul promontorio, dove sorge l'attuale chiesa di Santa Maria de Finibus Terrae, in origine era posto un tempio pagano dedicato a Minerva, come testimonia il ritrovamento di un'ara, conservata all'interno della chiesa.
La tradizione narra poi lo sbarco in zona dell'apostolo Pietro, in ricordo è ancora presente sul piazzale antistante la croce pietrina, e la conversione al cristianesimo della popolazione locale, che porta al cambiamento di culto del tempio, dedicato quindi al Santissimo Salvatore.
La chiesa venne completamente rasa al suo a seguito dell'editto di Diocleziano e Galerio, evento nel quale andò anche perso il quadro della Vergine che si riteneva essere opera di san Luca: tuttavia pochi anni dopo, il 1º agosto 343, papa Giulio I, consacrava una nuova chiesa, dedicata a Santa Maria dell'Angelo.
Nei secoli a venire, a causa della sua posizione geografica, esposta alle incursioni, la chiesa venne più volte distrutta o saccheggiata dai Saraceni e dai Turchi, ma sempre ricostruita nello stesso luogo, seguendo le mura perimetrali originarie: vari eventi nefasti sono datati nel 1507, nel 1537, nel 1550, nel 1624, quando parte del quadro della Vergine si salvò miracolosamente della fiamme, e nel 1720; a seguito di quest'ultima incursione, il vescovo Giovanni Giannelli decise di ricostruire la chiesa con un'architettura simile ad una fortificazione a due piani, dovendo sembrare da lontano una sorta di casa privata: questa venne terminata e consacrata nel 1755.
Durante la visita di Giovanni Paolo II nel 1990, è stata innalzata a basilica minore, mentre un'altra visita papale è avvenuta nel 2008 con Benedetto XVI.
La basilica, dedicata alla Madonna de Finibus Terrae, si apre su un piazzale che si affaccia sulla punta estrema pugliese della penisola italiana: nella piazza è posto la croce pietrina, la colonna mariana del 1694 sormontata da una statua della Madonna, opera di Filiberto Aierbo d'Aragona, ed il faro.
La facciata della chiesa è divisa in due da una trabeazione; la zona inferiore, arricchita con epigrafi e stemmi, è divisa in cinque scomparti da quattro lesene, due delle quali, quelle centrali, terminano con due statue: nella parte centrale si apre il portale d'ingresso, mentre altri due, più piccoli, sono posti alle due estremità.
I portali in bronzo, fusi dalla fonderia Mapelli e disegnati dello scultore Armando Marrocco, sono stati messi in sede nel 2000, in ricordo dell'anno giubilare: quello centrale è intitolato alla Madonna Ianua Coeli e presenta, nella parte centrale, un rigonfiamento simbolo della maternità verginale e spirituale della Madonna, quello di destra è intitolato all'Esodo e quello di sinistra a Maria Stella Maris, con la raffigurazione del miracolo del 365.
La parte superiore della facciata, più stretta rispetto a quella sottostante, si presenta su due livelli, con quattro lesene e quattro finestre su ogni piano, oltre ad una croce in ferro posta sulla sommità.
L'interno si presenta a navata unica, con cantoria ed organo del 1885 sul fondo e quattro cappelle, due su ogni lato: sulla sinistra si trovano rispettivamente le cappelle con tele di San Francesco di Paola, opera di Francesco Saverio Mercaldi, e di San Giuseppe Benedetto Lebre, opera di Pietro De Simone, mentre nelle due cappelle sulla destra sono poste le tele di San Giovanni Nepomuceno e di San Pietro, anche questa opera di Pietro De Simone, oltre ad un ambone in marmo.
Il presbiterio presenta un altare maggiore in marmo, sul quale è posto il quadro della Madonna de finibus terrae.
Nel corridoio adiacente alla basilica, nel 1990, è stata realizzata una cappella, protetta da un cancello in ferro battuto, forgiato da Giacinto Nuzzo da Taurisano, nella quale è ospitata la statua di una Madonna risalente al 1897, adornata con corone donate dalla baronessa Maria Serafini Sauli: la statua è a sua volta posta in una nicchia lignea decorata in foglia oro, opera di Ettore e Alessandro Mangia.
Completano il complesso un museo di arte contemporanea con pinacoteca la quale espone circa centocinquanta tele di artisti come Ibrahim Kodra, Morteza Latifi Nezami, Gamal Meleka, Pierre Lindner, Nagatani Kikuichi, Vito Melotto e Maria Teresa Di Nardo ed una Via Crucis all'aperto, realizzata in una pineta secondo il progetto dell'architetto Umberto Valletto e composta da quindici gruppi scultorei in bronzo per un totale di quarantasei figure.
Ещё видео!