Con il termine lombalgia intendiamo un dolore, non meglio specificato, nella parte bassa della schiena, si stima che, solo in Italia, ne soffra almeno la metà della popolazione una volta nella vita.
Spesso pensiamo che la parola lombalgia sia una diagnosi, invece rappresenta solo un sintomo che può avere diverse cause.
Tra le cause più comuni abbiamo:
- Problematiche osto-articolari, come ad esempio l’artrosi, che andrà a provocare una degenerazione delle cartilagini a livello delle vertebre lombari;
- Problematiche muscolari, che si concentrano soprattutto a carico dei muscoli paravertebrali, ma anche di altri importanti muscoli che sono indirettamente collegati con la colonna vertebrale, in particolare ileopsoas e diaframma;
- Cause discali, quindi protrusioni, ernie e disidratazione del disco intervertebrale;
- Cause posturali o biomeccaniche, come ad esempio l’iperlordosi lombare, la sedentarietà oppure l’eccessivo sovrappeso;
- Instabilità lombare, ossia l’eccessiva mobilità della zona lombare. Può essere secondaria ad altre patologie o può avere cause genetiche, come l’iperlassità legamentosa;
- Fattori bio-psico-sociali, che possono sia scatenare, che mantenere uno stato di lombalgia, in particolare la percezione del proprio stato di salute, fattori genetici e fattori socio-economici;
- Fratture da compressione alla colonna vertebrale da osteoporosi.
La lombalgia è caratterizzata da una combinazione di sintomi che riguardano dolore nella parte bassa della schiena che arriva fino a glutei e gambe, dolore quando si sta troppo seduti, dolore appena svegli.
Il medico che fa la diagnosi viene aiutato da esami strumentali come Rx, RMN, test di densità ossea.
Il fisioterapista, dopo un'attenta valutazione, stabilisce il piano terapeutico dividendolo in tre fasi:
1- utilizzo di mezzi fisici per alleviare il dolore e l'infiammazione;
2- terapia manuale;
3- esercizio terapeutico.
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