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Su disposizione della Procura di Caltagirone, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare reale, emessa dal GIP del Tribunale Calatino, con la quale è stato disposto il sequestro preventivo di beni mobili e immobili, fabbricati, unità produttive agricole, quote societarie, conti correnti bancari e denaro contante, fino a concorrenza del valore di oltre un milione di Euro, nei confronti di 15 soggetti ritenuti responsabili del reato di truffa aggravata ai danni dell’Unione europea.
Il provvedimento odierno scaturisce dalle attività di indagine eseguite dai Finanzieri della Compagnia di Caltagirone, nel cui ambito risultano indagate 34 persone, tra le quali interi nuclei familiari, che negli anni dal 2008 al 2016 hanno indebitamente percepito dall’Agenzia Europea per l’Agricoltura (AGEA) oltre 2 milioni di euro di contributi comunitari destinati a sostenere il settore agricolo.
Le Fiamme Gialle calatine, analizzando centinaia di fascicoli aziendali, hanno ricostruito l’attività di un gruppo affaristico-criminale ben organizzato che si è avvalso della complicità dei funzionari di 11 Centri di Assistenza Agricola (CAA) disseminati in tutto il territorio siciliano – Lentini (SR), Caltagirone, Catania (CT), Cesarò (ME), Niscemi (CL), Ragusa (RG), Enna (EN) – che non solo omettevano di eseguire i previsti controlli sulle domande presentate, ma attestavano falsamente la regolarità delle stesse, così concorrendo nella commissione delle frodi da parte degli indebiti percettori di contributi all’agricoltura.
Il modus operandi degli indagati partiva dall’interrogazione delle banche-dati dei CAA, eseguita per individuare delle particelle catastali di terreni che non erano state ancora utilizzate per l’ottenimento dei contributi. Acquisite tali informazioni identificative venivano quindi artatamente riprodotti dei contratti di affitto e/o di comodato fittizi, indicanti, quali controparti, persone del tutto ignare e, in taluni casi, addirittura decedute, nonché incensurati soggetti “prestanome”, i quali, dietro compenso, consegnavano agli organizzatori della truffa la copia dei propri documenti di riconoscimento e le coordinate bancarie necessarie per istruire le istanze di accesso ai finanziamenti.
Tra le particelle selezionate per ottenere illecitamente i contributi, oltre a quelle di ignari cittadini, sono state utilizzate anche molte di quelle che individuano terreni di proprietà del Demanio della Regione Siciliana e di numerosi Enti locali – tra i quali i Comuni di Vittoria (RG), Militello in Val di Catania (CT), Alì (PA), Caltagirone (CT), Butera (CL) – le cui amministrazioni erano ovviamente all’oscuro di tutto.
Nel sistema fraudolento rientrava anche la programmata costituzione, ad hoc, di decine di imprese agricole per far risultare, solo “cartolarmente”, che le stesse avevano gestito, per ogni annualità delle richieste di contributo, centinaia di ettari di terreno. (tratto da blogsicilia)
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