Si trattava di un vero e proprio “sistema” che gestiva buona parte della attività commerciali di Reggio Calabria, quello scoperto dalla Polizia di Stato che questa mattina ha arrestato 17 persone delle cosche De Stefano, Franco, Rosmini, Serraino e Araniti; tra di loro c’è anche Giorgio De Stefano (68 anni), presunto capo dell'omonima cosca, cugino di quel Paolo De Stefano ucciso nel 1985 nella "guerra di mafia" reggina. I diciassette fermati sono accusati di associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione, detenzione e porto di materiale esplosivo, intestazione fittizia di beni e rivelazione del segreto d'ufficio. Le indagini erano partite nel 2014, in seguito ai due attentati compiuti ai danni del bar “Malavenda” di Reggio Calabria: i titolari dell’esercizio non avevano voluto aderire a quel “Sistema Reggio” per cui chiunque vuole intraprendere un'attività economica o commerciale nella città ex capoluogo di Regione non deve ottenere solo le autorizzazioni amministrative, ma anche quelle delle cosche che controllano il territorio.
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