Parole dure, parole amare, parole di ragazze che non avrebbero mai immaginato che sarebbe potuto accadere.. eppure così è stato.. Ed è così che a tingersi di rosso è la rete.. Attraverso internet si può condividere e trovare di tutto ma cosa accade quando del materiale sessualmente esplicito viene condiviso dai minori? Con il termine sexting si indica l'invio di messaggi, testi e/o immagini sessualmente espliciti, principalmente tramite il telefono cellulare o tramite altri mezzi informatici e condivisi attraverso chat, social network, web e altre app: una pratica che spopola tra le nuove generazioni ma non solo ed incentivato dall’interazione continua con le nuove tecnologie. La pratica, però, sembra non essere esente da rischi e soprattutto nel caso in cui quei contenuti finiscano in mani sbagliate.. Pare esistere, infatti, un sottile fil rouge in grado di legare in maniera anche irreparabile il sexting con il revenge porn. Foto private che dovrebbero rimanere private, infatti, troppo spesso non rimangono tali.. e se da una parte vige la libertà di vivere la propria sessualità come più aggrada.. dall’altra, in questi casi, le dinamiche potrebbero scappare di mano.. Purtroppo è accaduto spesso che quelle immagini scambiate con una persona o anche con una ristretta cerchia di persone siano finite dove non dovevano finire e quindi divulgate senza consenso dell’interessato/a. Con il sexting la libera scelta di condividere immagini e testi intimi non deve, infatti essere confusa con la libertà del ricevente di condividere a sua volta quei contenuti soprattutto se senza consenso. La loro divulgazione a terze parti, infatti, configura reato. Una materia articolata che finalmente la giurisprudenza ha deciso di regolamentare punendo coloro che condividono e coloro che partecipano alla condivisione di contenuti sessualmente espliciti di soggetti che non ne hanno dato il consenso e in questo modo si può comprendere la ratio della legge quando prevede una pena non solo per chi ha diffuso i contenuti in primis ma anche per chi è entrato a far parte di quella filiera lesiva contribuendo alla loro diffusione. Definite come le nuove “malattie” dell’adolescenza digitale, cyberbullismo e sexting mostrano come siano sempre più numerose le vittime di queste nuove piaghe sociali e come dichiarato in un’intervista dal Presidente dell’Associazione Italiana di prevenzione al Cyberbullismo e al Sexting, Andrea Bilotto. Dati allarmanti che hanno nel genere femminile le maggiori percentuali: una ragazza su dieci, infatti, ne sarebbe vittima e tenterebbe il suicidio. Se pensiamo poi che a quei dati sconcertanti s’aggiunge il nostro essere iperconnessi, una buona dose di superficialità, inconsapevolezza quanto basta.. ma anche mala fede da parte di chi riceve quei contenuti.. con questi presupposti si può subito comprendere quanto possa diventare pericoloso condividere foto o video intimi attraverso canali social usati troppo spesso in modo inappropriato.. e dove, ad innescare il proprio calvario per esempio quando si tratta di sexting, sono proprio le stesse vittime che molto spesso con leggerezza attivano l’effetto domino.. Ex fidanzati/e, ex amici/amiche, infatti, molto spesso sono stati i protagonisti di vendette o ricatti perpetuati nei confronti di ex fidanzate/i o di un ex amico/a per una relazione finita o per un’amicizia naufragata e che si sono consumate nella divulgazione di tutti quei contenuti che, invece, sarebbero dovuti rimanere privati, ma non è tutto.. un’altra deriva rischiosa e a ciò connessa è rappresentata poi dal rischio del radicarsi di quel processo erosivo dell’affettività e che va di pari passo con la mercificazione del corpo. Il sottovalutare le potenzialità distruttive dei mezzi di cui disponiamo anche abusandone.. rappresenta una leggerezza che ad oggi non ci dovremmo più permettere sulla base anche delle tristi e sconcertanti esperienze pregresse. Farsi cogliere impreparati rappresenta un rischio ancora troppo alto e soprattutto se i cellulari o il computer finiscono con il sostituirsi alla famiglia, alle amicizie e alle relazioni.. L’importanza della prevenzione che consideri seriamente i rischi connessi alla rete risulta essere quindi una prerogativa essenziale da attuarsi su più fronti e anche attraverso quel senso di responsabilità a consapevolezza che non può escludere i nostri device. Media education diventa così una parola chiave che va di pari passo all’educazione civica, all’educazione affettiva e sessuale per non farsi trovare impreparati di fronte a ragazzi e ragazze sempre più precoci fuori e dentro lo schermo..
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