L’arte del “muretto a secco”, iscritta nel 2018 nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, riguarda il know-how relativo alla realizzazione di costruzioni in pietra accatastate l’una sull’altra, senza l’utilizzo di altri materiali eccetto il terreno, a volte asciutto. Le strutture in “muretto a secco” sono distribuite nella maggior parte delle aree rurali – principalmente in terreni scoscesi – sia all’interno che all’esterno degli spazi abitati, sebbene non siano sconosciuti nelle aree urbane.
La stabilità delle strutture è assicurata dall’attenta selezione e posizionamento delle pietre, e le strutture in pietra a secco hanno modellato numerosi e diversi paesaggi, formando vari modi di abitazione, agricoltura e allevamento. Tali strutture testimoniano i metodi e le pratiche utilizzate dalle persone dalla preistoria ad oggi per organizzare il loro spazio di vita e di lavoro ottimizzando le risorse locali naturali e umane. Svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle frane, delle inondazioni e delle valanghe e nella lotta all’erosione e alla desertificazione della terra, aumentando la biodiversità e creando condizioni microclimatiche adeguate per l’agricoltura.
I detentori e praticanti includono le comunità rurali in cui l’elemento è profondamente radicato, così come i professionisti nel settore delle costruzioni. Le strutture in pietra a secco sono sempre realizzate in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica un rapporto armonioso tra uomo e natura. La pratica è tramandata principalmente attraverso l’applicazione pratica adattata alle condizioni particolari di ogni luogo.
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